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PER FINANZIARE L’ASSUNZIONE DI 1.600 RICERCATORI SI ATTINGE ALLA DOTAZIONE FINANZIARIA DI PARTENZA DELL’AGENZIA NAZIONALE DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

Attraverso l'istituzione di una nuova Agenzia nazionale (ANR) il governo pensava di «potenziare la ricerca svolta da università, enti e istituti di ricerca pubblici e privati». Per farlo le attribuiva una dote finanziaria di 25 milioni di euro per il 2020, 200 milioni per il 2021 e 300 milioni per il 2022. Ma, a poco più di un mese dalla sua nascita, l'ANR si vede già tagliare i fondi: una parte delle risorse in bilancio per l'anno prossimo serviranno infatti a "coprire" l'assunzione di 1.607 giovani ricercatori previsto da un emendamento dello stesso esecutivo al milleproroghe. Insomma, da una parte si dà alla ricerca pubblica e dall'altra si toglie. L'emendamento governativo al decreto milleproroghe punta ad aprire le porte degli atenei ai giovani, introducendo due modifiche al sistema di reclutamento universitario. La prima assicura l'assunzione di 1.607 ricercatori di tipo b (quelli cioè che possono poi fare carriera) nell'arco del triennio 2020-2022. La seconda consente di promuovere, a partire dal 2022, 1.034 ricercatori (a tempo indeterminato e in possesso dell'abilitazione scientifica nazionale) al ruolo di professore associato. Per riuscirci serviranno 12,4 milioni quest'anno, 96,5 il prossimo e 111, 5 nel 2022. Risorse che verranno ripartite tra le università con due successivi decreti del ministero dell'Università. L'emendamento al milleproroghe attinge alla dotazione finanziaria di partenza dell'Agenzia nazionale della ricerca, di fatto dimezzandola. Il ministro Manfredi promette di correre ai ripari più avanti. (F: E. Bruno, IlSole24Ore 06.02.20)