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SPESA PER ISTRUZIONE TERZIARIA. CONFRONTO NORD-SUDITALIA E ITALIA-OCSE PDF Stampa E-mail

Da una parte gli atenei del Nord al quale va il 42,3% delle risorse destinate dallo Stato alle università, dall'altra le università del Sud che si fermano al 21%, mentre a Sicilia e Sardegna va l'11% del Fondo di finanziamento ordinario, principale strumento di finanziamento del sistema universitario. Così accade che l'ateneo di Bari nel 2019 riceva 188 milioni, Palermo 199, mentre Bologna arrivi a ricevere 412 milioni, Padova 318 milioni, Torino 294 milioni e Firenze 245 milioni. Alcune voci di spesa in precedenza finanziate con appositi capitoli di bilancio – ad esempio il fondo per la programmazione triennale o le risorse per le borse di studio post laurea – sono ora ricomprese nel Ffo.
Numeri che paragonati al resto d'Europa ci vedono in fondo alla classifica. La spesa per l'istruzione terziaria per studente in Italia è inferiore del 30% rispetto alla media dei paesi Ocse. Considerando la spesa in rapporto al prodotto interno lordo (Pil), la differenza è ancora più ampia: l'Italia spende lo 0,96% contro l'1,55% della media dei paesi Ocse. La quota di spesa a carico del settore pubblico in Italia è oramai stabilmente inferiore alla media dei paesi Ocse, mentre quella sostenuta direttamente dalle famiglie, pari al 27%, è più alta di oltre 5 punti percentuali rispetto alla media dei paesi Ocse. (F: FQ 22.01.20)