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ATTESA DA OLTRE UN ANNO, FORSE SI SBLOCCA LA RIFORMA DEI DOTTORATI PDF Stampa E-mail

Il ministro Manfredi ha scelto di porre tra i primi atti del suo dicastero proprio la riforma dei dottorati, in stand-by da oltre un anno. Il contesto con cui Manfredi deve confrontarsi lo fotografa l'Istat con un'indagine ripresa nell'annuario statistico 2019. In un contesto generale che vede lavorare il 93,8% dei dottori di ricerca del 2012 e il 93,7% del 2014, sono sempre di più quelli che decidono di lasciare il nostro Paese dopo aver conseguito il titolo. Tant'è che il 15,9% dei dottori del 2012 e il 18,5% dei dottori del 2014 dichiara di vivere abitualmente all'estero, percentuali superiori di 4,3 punti rispetto alla precedente indagine. In genere si tratta di talenti che partono a caccia di un'occupazione migliore rispetto a quella offerta dall'Italia, dove a registrare l'occupabilità maggiore è Ingegneria industriale e dell'informazione (con il 98,3% a 6 anni dal titolo e il 96,3 a 4 anni) mentre più contenuti sono le chances offerte dalle Scienze politiche e sociali (qui l'occupazione dei dottori del 2012 scende al 90,7%). Nella maggior parte dei casi (24,1%) si tratta di posti all'interno delle università (51,1% con un contratto da dipendente e 36,6% con assegno di ricerca). A cui si aggiunge il 17,3% nel settore della pubblica amministrazione e sanità, il 17% in quello dell'istruzione e formazione non universitaria e il 13,6% in un istituto di ricerca pubblico o privato.
Il provvedimento atteso dovrebbe consentire agli atenei di avviare in primavera il prossimo ciclo di dottorati che a quanto pare raccoglierà più di un suggerimento di quelli contenuti nella "bozza" Fioramonti. A cominciare dall'introduzione del dottorato di interesse nazionale che potrà contare anche sui 10 milioni del Fondo di finanziamento ordinario che rientrano nella disponibilità del ministro. Stesso discorso per l'idea di promuovere i consorzi tra atenei (purché ognuno finanzi almeno una borsa di dottorato) e per la previsione che ogni docente faccia parte al massimo di due collegi (di cui uno interdisciplinare). (F: E. Bruno, IlSole24Ore 21.01.20)