Home 2020 25 gennaio RICERCA RICERCA SCIENTIFICA. NORMATIVA NAZIONALE PRIVACY TROPPO RESTRITTIVA RISPETTO ALLA NORMATIVA EUROPEA
RICERCA SCIENTIFICA. NORMATIVA NAZIONALE PRIVACY TROPPO RESTRITTIVA RISPETTO ALLA NORMATIVA EUROPEA PDF Stampa E-mail

Il trattamento di dati particolari ai fini di ricerca scientifica trova la sua disciplina sia nel Regolamento UE n. 679/2016, (GDPR), sia nella normativa nazionale. Tuttavia, la disciplina nazionale pare molto più limitante e stringente rispetto a quanto previsto dal GDPR, deprimendo, di conseguenza, la possibilità per gli enti di ricerca di procedere a una maggiore condivisione delle banche dati, comprimendo l'attività di ricerca a livello nazionale e svilendo anche il benefico intento del GDPR di alleggerire gli obblighi di riservatezza in caso di ricerca scientifica, sul presupposto della prevalente utilità ed interesse della stessa rispetto al diritto alla riservatezza. Alla luce dell'esame dei vincoli normativi locali (in particolare, le limitazioni poste alla comunicazione, alla diffusione o, ancora, alla conservazione del dato), pare desumersi una chiusura del legislatore nazionale alla ricerca scientifica, in favore – al contrario – di una maggiore salvaguardia del diritto alla riservatezza degli interessati. Ciò, purtroppo, contrasta con la possibilità, tanto agognata dagli enti di ricerca, di procedere alla maggior libera condivisione delle banche dati. Prassi che si fonda sul fatto che la banca dati raccolta per un determinato progetto (in particolare, per quanto concerne il trattamento di dati genetici), costituisca un patrimonio prezioso per il centro di ricerca che dovrebbe essere messo in grado, anche normativamente, di poterla sfruttare per futuri e ulteriori progetti di ricerca non affini a quello originario.E ancora, si comprime in ultimo quella che è la portata dell'attività di ricerca scientifica nazionale, con conseguente graduale fuga degli investimenti in materia. (F: S. Gianvecchio, N. Martini, agendadigitale.eu 14.01.20)