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CNR. UN CDA IN CUI LA RAPPRESENTANZA DI CHI FA RICERCA NELL’ENTE È SOTTORAPPRESENTATA PDF Stampa E-mail

Mentre non è per nulla chiaro quali miglioramenti alla missione del CNR, cioè fare ricerca, hanno portato i membri del CdA nominati dalla politica (nessuno è interessato alla valutazione dell'operato di questi membri e del loro apporto alla mission dell'ente) essi hanno sicuramente dato un contributo alla gestione del miliardo di euro all'anno che passa per il CNR e per i suoi 8200 dipendenti. Dunque, oltre il danno di avere un CdA in cui la rappresentanza di chi fa ricerca nell'ente era prima assente ed ora sottorappresentata, vi è la beffa di un CdA di nomina politica che, come dice Mocella, non è abituato a discutere le scelte che arrivano dai soggetti politici: un bel capolavoro di conflitti di interesse! Si poteva far di meglio: ad esempio si sarebbe potuto adottare il modello di governance del prestigioso Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dove è la comunità scientifica interna che esprime i vertici dell'ente e dove, come si vede dai risultati, c'è una grande attenzione alle qualità della ricerca e alle istanze dei ricercatori. Non era questo, evidentemente, lo scopo di chi ha ideato la riforma dell'ente che invece mirava, anche in questo bistrattato settore, all'occupazione delle istituzioni pubbliche, a partire dai loro vertici, da parte dei partiti. (Fonte: F. Sylos Labini, Roars 06-06-19)