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INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO. IL C.D. PARADOSSO ITALIANO: AL DIMINUIRE DELL'INVESTIMENTO, AUMENTA LA QUALITÀ DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

L'investimento pubblico in ricerca e sviluppo (R&S) nel 2008 si aggirava intorno ai 10 miliardi di euro. Nel 2016 era sceso a 8,7 miliardi. L'Italia nel 2017 ha investito circa l'1,3% del Pil in ricerca, quando la media europea si assestava intorno al 2%. Troppo lontani per competere con chi tra i Paesi europei ha fatto meglio (la Germania, con il 3%, la Francia, con il 2,2%).
Alison Abbott, senior correspondent dall'Europa per la rivista scientifica Nature, ha sottolineato il paradosso italiano. A partire dal 2005, la ricerca italiana ha aumentato la propria presenza nell'eccellenza scientifica mondiale, ovvero nel 10% di pubblicazioni scientifiche più citate. Non solo, in rapporto alla spesa in R&S, l'Italia produce più pubblicazioni di qualsiasi altro Paese dell'Unione Europea, seconda solo al Regno Unito. Il miracolo italiano è che al diminuire dell'investimento, sembra aumentare la qualità della ricerca. Alison Abbott, da osservatrice esterna, fa notare che tra le differenze strutturali che separano l'Italia dagli altri Paesi europei, ce n'è una che risalta più di altre: "In Italia manca un'organizzazione che possa programmare l'agenda scientifica del Paese", commenta Abbott. "L'Italia dovrebbe munirsi di un'Agenzia nazionale per la ricerca scientifica che garantisca continuità e stabilità alle politiche per la ricerca". Sono tre secondo Alison Abbott i fattori che maggiormente impattano negativamente sulla ricerca italiana: la mancanza di stabilità nelle istituzioni, che dovrebbero garantire una pianificazione sul lungo termine; il basso numero di scienziati, dipendente certamente dagli scarsi finanziamenti, e la scarsa trasparenza nel modo in cui vengono prese decisioni in ambito scientifico. A questo si aggiunge un sentimento diffuso di sfiducia e di ostilità nei confronti della scienza, che a volte ha preso forma concreta persino nelle aule dei tribunali, in cui sono state prese decisioni basate su consulenze scientificamente non informate. Alison Abbott fa menzione esplicitamente al caso Xylella. Sembra sempre più urgente l'introduzione di un'istituzione a sostegno della programmazione della ricerca sul lungo periodo e della diffusione della cultura scientifica. (Fonte: F. Suman, IlBo 21-05-19)