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NUOVA VISIONE DELLA SCIENZA. INTERVISTA A ILARIA CAPUA, DIRETTRICE DELL'ONE HEALTH CENTER OF EXCELLENCE DELL'UNIVERSITÀ DELLA FLORIDA PDF Stampa E-mail

La scienziata Ilaria Capua è in Italia per alcune conferenze e per ricevere il dottorato honoris causa dall'ateneo di Perugia dove tutto è iniziato. «Trent'anni fa - ricorda - mi laureavo a 22 anni in Medicina Veterinaria in questo ateneo: i sampietrini che l'università mi ha dato, esame dopo esame, (bocciatura in Microbiologia compresa), messi tutti in fila per bene, uno dopo all'altro, hanno pavimentato la strada che mi ha portato negli Stati Uniti».
Ilaria Capua, 52 anni, è direttrice dell'One health Center of Excellence dell'Università della Florida: «È un centro di eccellenza che vuole vedere la salute come un sistema e intende la salute dell'uomo integrata con quella degli animali, delle piante e dell'ambiente. Oggi abbiamo informazioni inimmaginabili dieci anni fa: il big data environment è alimentato dai dati che tutti noi produciamo che vanno dalla A alla Z, dalle allergie alle zanzare. Grazie a sistemi capaci di produrre algoritmi in grado di analizzare quantitativi immensi di dati, siamo arrivati a questa nuova visione della scienza. Si tratta di una consapevolezza e di un approccio moderni. Ad esempio, per trattamenti contro le zanzare rischiamo dl uccidere e distruggere il patrimonio apistico, quindi dobbiamo essere più attenti e ora possiamo farlo, anche grazie a collaborazioni internazionali. In questa fase, stiamo creando una intensa collaborazione con l'Isi, l'lstituto interscamblo scientifico di Torino e so che faremo belle cose. Sto anche lavorando con Luiss e Bocconi per creare percorsi interdisciplinari che preparino le nuove generazioni alle sfide del futuro».
Belle cose nella ricerca significa restare affascinati dai meccanismi della scienza, dal desiderio di andare in direzione ostinata e contraria per trovare nuove vie, ed è ciò che Capua ha cercato nel 2016 accettando la sfida americana, reduce dai suoi primi 50 anni pieni di tutto, il rosso e il nero, le stelle e il buio più profondo. (Fonte: M. L. Colledani, IlSole24Ore 17-04-19)