Home 2019 10 marzo VARIE PERCHÉ RIPENSARE L’ECONOMIA - PER UNA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ
PERCHÉ RIPENSARE L’ECONOMIA - PER UNA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Il 5 dicembre si è tenuto presso il Dipartimento di Economia dell'Università Roma Tre l'evento "Perché ripensare l'Economia - per una riforma dell'Università", organizzato da Rethinking Economics Italia. Come è facile capire, la domanda che ha dato il titolo all'evento travalica le questioni interne alle mura accademiche e ha a che fare con l'intero destino della nostra società. L'urgenza di ripensare l'economia infatti non è solo una rivendicazione di un sempre più largo gruppo di studenti e ricercatori in giro per il mondo, ma una vera e propria necessità politica, che riguarda tutti noi e determinerà le possibilità stesse della nostra civiltà di superare la crisi sociale, ambientale ed economica che stiamo attraversando. Gravi disuguaglianze, una crescita ingiusta e stagnante, la precarietà che è diventata la cifra di un'intera generazione, emigrazioni di massa, un ambiente sull'orlo del collasso, i popoli in preda a una rivolta sociale.
Questi, nota G. Guzzi nell'articolo, sono solo alcuni dei sintomi che denotano una crisi di portata storica, che nei prossimi anni modificherà radicalmente il profilo delle nostre società, ma di cui l'economia mainstream, ossia quella insegnata e divulgata nelle maggiori università e dai principali mass media, non solo ignora le cause ma sembra anche aver contribuito ad esacerbare gli effetti.
Ma, commenta giannini61 in coda all'articolo di Guzzi, dire che il modello neoclassico non è adatto a spiegare l'economia significa non averlo compreso, se non nella esemplificazione didattica di un corso di Economia 1. Come dicevano i "vecchi" maestri, che certo non erano dei fondamentalisti dell'economia marginalista, il mainstream è un mostro con tante teste, e tanti, in questi ultimi cento anni, hanno provato a decapitarlo, senza grande successo. Quello che fa fallire l'economia non è il suo fondamento epistemologico, ma l'inettitudine di una classe politica becera ed ignorante che non sa sfruttarne gli insegnamenti. (Fonte: G. Guzzi, IlSole24Ore 16-01-19)