Home 2018 12 novembre UE. ESTERO OCSE. IL TASSO DI ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ
OCSE. IL TASSO DI ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

In media nei Paesi con economia avanzata riuniti nell'Ocse si stima che il 66% dei giovani adulti accedano all'istruzione universitaria, secondo i dati dell'ultimo rapporto pubblicato. In Nuova Zelanda si arriva al 97%, in Cile all'86% e in Danimarca al'84% (ma i dati sono resi meno affidabili dalla presenza di corsi brevi e dal numero di studenti stranieri). In Italia il tasso di accesso all'università dei ragazzi più giovani, quelli con meno di 25 anni, è indicato dall'Ocse al 41% contro il 48% della media dei Paesi che fanno parte dell'organizzazione. La media italiana è il frutto di una differenza piuttosto netta nella quota di maschi e di femmine che scelgono di proseguire gli studi dopo la scuola secondaria superiore. Le ragazze sotto i 25 anni che cominciano l'università in Italia sono quasi il 50% (la media Ocse è 55%), mentre i ragazzi sono fermi al 35% (la media Ocse è 43%). In generale, nel mondo il tasso di accesso all'università sta crescendo. In Germania più che altrove con il 20% di aumento tra 2005 e 2015. La situazione nel nostro Paese invece non sta migliorando. Secondo i dati del Miur il tasso di ingresso complessivo (cioè di persone di qualunque età) all'istruzione universitaria era del 48% nell'anno accademico 2010-2011. Nel 2014-2015 si era ridotto al 46%. Nei Paesi Ocse l'82% dei ragazzi che cominciano l'università ha meno di 25 anni ma in Italia (come in Belgio, Lituania, Messico, Olanda, Portogallo, Slovenia e Stati Uniti) si arriva al 90%. Nel nostro Paese, in effetti, i nuovi iscritti hanno in media poco più di vent'anni e il tasso di accesso all'università sale solo dal 41% dei ragazzi con meno di 25 anni al 46% complessivo. In Svezia, invece, l'Ocse segnala che mentre il tasso di iscrizione all'università dei ragazzi con meno di 25 anni è uguale all'Italia, cioè il 41%, quello generale supera il 60% e si avvicina così alla media dell'insieme dei Paesi (68%). (Fonte: P. Magliocco, La Stampa Cultura 04-09-18)