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VOTO DI LAUREA NEI CONCORSI PDF Stampa E-mail

In una proposta di legge, presentata alla Camera dal M5s, si prevede «il divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici». Il presidente della CRUI: «Se vogliamo togliere il voto di laurea, significa che stiamo dicendo ai nostri ragazzi che studiare di più non serve a niente. In questo modo l'impegno negli studi ne esce mortificato». Crede che sia un errore abolirne l'importanza nei concorsi? «Si. Soprattutto in un mondo in cui, in realtà, ai giovani e a chi vuole entrare nel mondo del lavoro servono sempre più competenze. Ed è importante perciò certificarle, dimostrarle». Anche nei concorsi pubblici? «Soprattutto nei concorsi pubblici, dove ritengo sia necessario inserire sempre più curriculum e sempre più meritocrazia. È importante per evitare distorsioni». Che tipo di distorsioni? «Nel mondo del lavoro la validità di un curriculum, dimostrato e certificato, serve ad evitare eventuali favoritismi». In Europa è così? «All'estero, anche nei colloqui, spesso viene valutata l'intera carriera scolastica delle persone che si candidano per un posto di lavoro. Non solo, con la carriera vengono presi in considerazione anche i voti ottenuti negli anni e la reale qualità degli studi svolti». Lo Stato può permettersi di non interessarsi al voto di laurea? «In un'impresa privata nessuno preferirebbe una persona con curriculum universitario scadente, perché dovrebbe farlo lo Stato?». (Fonte: Il Mattino, 01-10-18)