Home 2018 12 novembre LAUREE -DIPLOMI-FORMAZIONE POST LAUREA-OCCUPAZIONE DIFFERENZE OCCUPAZIONALI E REDDITUALI ASSOCIATE AL POSSESSO DEI DIVERSI TITOLI DI STUDIO
DIFFERENZE OCCUPAZIONALI E REDDITUALI ASSOCIATE AL POSSESSO DEI DIVERSI TITOLI DI STUDIO PDF Stampa E-mail

Il possesso del diploma di terza media è associato a un reddito medio complessivo superiore del 50 per cento a quello percepito da chi è senza alcun titolo di studio, mentre il possesso di un diploma di maturità è associato a una differenza media del 100 per cento, anche se la stessa è andata riducendosi in anni più recenti. Per quel che riguarda invece la differenza tra diploma di maturità e laurea triennale, i dati non danno supporto all'opinione secondo cui i laureati triennali avrebbero sostituito i diplomati. Vi è infatti un differenziale di rendimento positivo e statisticamente significativo in tutto il periodo 2002-2014 (si annulla invece nell'ultima rilevazione del 2016, ma non è sufficiente per sostenere l'assenza di rendimenti aggiuntivi).
Lo stesso tipo di analisi ci permette anche di raccogliere informazioni sull'effetto della cosiddetta riforma del 3+2, che a partire dal 1999 ha differenziato il percorso universitario tra lauree triennali e lauree specialistiche (poi divenute magistrali). Si nota come lauree triennali (e vecchi diplomi di laurea) e lauree specialistiche (lauree quadriennali del vecchio ordinamento) fino al 2012 assicuravano guadagni retributivi molto simili, ma una volta che il sistema è andato a regime i rendimenti si sono sostanzialmente differenziati. Al contrario, la differenziazione tra lauree specialistiche/magistrali e titoli post-laurea rimane significativa solo fino al 2006, ma scompare (dal punto di vista statistico) nelle indagini successive. I dati presi in esame confermano quanto evidenziato già in altri interventi su questo sito: in Italia l'istruzione rende, ma meno rispetto agli altri paesi Ocse. Sorprendentemente i differenziali di rendimento tra diversi titoli di studio sono rimasti piuttosto stabili nel corso degli ultimi 25 anni (dal 1993 al 2016), nonostante i profondi cambiamenti che hanno caratterizzato l'economia del nostro paese. (Fonte: dati dell'indagine biennale condotta dalla Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie italiane selezionando la popolazione adulta tra 25 e 65 anni. Pubblicati su lavoce.info da D. Checchi e M. De Paola 28-09-18)