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MODERATE TENDENZE POSITIVE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO PDF Stampa E-mail

I 91 atenei italiani, due terzi dei quali statali, accolgono oggi poco meno di 1,7 milioni di studenti e, nonostante un calo del numero assoluto dei diciannovenni, le immatricolazioni, in netta flessione negli anni più duri della crisi economica, sono tornate al livello del 2008-9. Migliora (non molto) il tasso di passaggio all'università dei diplomati tecnici, che non supera comunque il 25%, e non si registra un'inversione di tendenza nel reclutamento di studenti maturi, in larga misura ignorati dal sistema. In compenso, il tasso di abbandono continua a calare. Il 12,2% degli immatricolati alle lauree triennali lascia dopo il primo anno, il che non è poco, ma dieci anni fa si sfiorava il 16%. Gli abbandoni proseguono dopo il primo anno, e quasi un terzo degli studenti lascia in un qualche punto della carriera, una percentuale che continua a segnalare un problema su molti fronti: orientamento, tutorato, diritto allo studio. È in miglioramento costante, anche se la cifra assoluta è tuttora deludente, la percentuale di studenti che conseguono la laurea nei tempi previsti, oggi poco più del 30% rispetto al 21,3% di dieci anni fa. Tra il 2015 e il 2017, mentre il tasso di occupazione dei diplomati restava pressoché costante intorno al 63%, quello dei laureati cresceva dal 61,9 al 66,2%. In questo contesto resta difficile spiegare l'esitazione a investire di più sugli Istituti tecnici superiori, che confermano anno dopo anno il loro successo, sia in termini di conseguimento del titolo (tre iscritti su quattro si diplomano), sia di prospettive occupazionali, considerato che l'80% dei diplomati trova lavoro entro un anno. Peccato che gli Its accolgano oggi, pur dopo anni di solida crescita, appena 10mila studenti, neppure lo 0,6% degli iscritti all'università. L'interesse per la formazione terziaria di carattere non tradizionalmente universitario è confermato dal triplicarsi in dieci anni degli iscritti nel settore dell'alta formazione artistica e musicale, che dimostra inoltre una forte capacità di attrazione di studenti stranieri, molto superiore a quella delle università.
Nel complesso questi numeri consentono all'Italia di accorciare le distanze rispetto ad altri Paesi europei. (Fonte: A. Schiesaro, Rapporto ANVUR 2018 e Il Sole24Ore 17-07-18)