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AGENZIE (ANVUR, ANAC) CHE DOVEVANO AVERE UN RUOLO PURAMENTE STRUMENTALE SI SONO ESPANSE SU TERRENI IMPROPRI PDF Stampa E-mail

La valutazione con metodi bibliometrici sta diventando sempre più dannosa e le contraddizioni insite nella debolezza scientifica di questa pratica esplodono sempre di più. Una pretesa neutralità vorrebbe superare (ovviamente senza minimamente riuscirci) tutti gli elementi non aggirabili di discrezionalità e soggettività insiti nella valutazione. In realtà il problema dell'ANVUR è la totale mancanza di un mandato politico che ne delimiti i compiti. Le metodologie finiscono per definire implicitamente un mandato politico che chiaramente esonda dai compiti attribuibili ad una agenzia. La stessa cosa accade con ANAC dove un intero capitolo dell'ultima relazione, non si limita ad evidenziare alcune problematiche, ma riscrive una riforma di sistema (di natura molto centralistica) che ovviamente è compito del parlamento e non del dr. Cantone. La debolezza (nel senso di assenza di pensiero politico) delle attuali forze rappresentate in parlamento, il loro sostanziale abbandono di una elaborazione strategica ha finito per consentire ad agenzie che dovevano avere un ruolo puramente strumentale di espandersi su terreni impropri. Ovviamente questo comporta da un lato il pericolo di una potenziale penetrazione di lobbies trasversali, ma anche, nei casi migliori, una politica generata da una visione illuministica di singoli, assolutamente impropria poiché non sono definiti e definibili gli elementi di legittimazione. (Fonte: p. marcati, commento ad articolo di A. Baccini, Roars 05-10-17)