LE MIGRAZIONI SUD – CENTRO NORD |
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I flussi da Sud a Nord non sono certo una novità nella storia patria ma i numeri che circolano giustificano un allarme che sarà ribadito nei prossimi giorni dal Rapporto annuale della Svimez. Se infatti già negli anni che corrono dal 2002 al 2015 il saldo migratorio netto di laureati segnava -198 mila, la tendenza si va rafforzando e coinvolge adesso anche i diplomati delle scuole medie superiori che vanno ad immatricolarsi negli atenei del Centro Nord. Viesti polemizza: «Non discuto il valore di quelle università (del Centro Nord) ma spesso il loro prestigio è costruito anche attraverso buone campagne sui mezzi di comunicazione e robusti investimenti di marketing». A determinare il tutto, secondo l'economista barese, concorrono più fattori: l'ampiezza dell'offerta formativa, la maggiore qualità percepita di alcune università del Nord ma soprattutto i canali che esse offrono per incontrare la domanda di lavoro dei laureati. «Negli ultimi anni c'è stato uno spostamento degli studenti più verso Milano e Torino a danno del Lazio e della Toscana. Da cosa è dipeso? Da uno scadimento delle università del Centro o dal fatto che gli sbocchi di lavoro sono più forti al Nord? La risposta è facile». E un'ulteriore dimostrazione secondo Viesti la si rintraccia esaminando i dati dei laureati del triennio. Nel 2008-2014 l'11% dei meridionali e il 15% degli universitari delle Isole aveva scelto di prendere la successiva laurea magistrale al Nord, ora questi numeri sono saliti (e quasi raddoppiati) al 19 e al 29%. La tesi finale è semplice: non è tanto la variazione della qualità dell'insegnamento a spostare i numeri ma l'aumento delle differenze nel mercato del lavoro. (Fonte: D. Di Vico, CorSera 30-10-17)
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