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LE LAUREE CHE FANNO TROVARE LAVORO E IL PROBLEMA DELL’ORIENTAMENTO PER SCEGLIERE IL CORSO DI LAUREA PDF Stampa E-mail

È diventato un investimento sicuro per il futuro studiare ingegneria, infermieristica, fisioterapia, tecniche di radiologia medica, ostetricia: si trova lavoro e si guadagna di più. Il tasso di occupazione è superiore al 90% e le retribuzioni vanno dai 1.717 euro per gli ingegneri ai 1.509 euro per le professioni sanitarie. Li seguono, a breve distanza, i laureati in ambito economico-statistico, scientifico, chimico e architettura. Maglia nera, invece, per gli psicologi, i letterati e gli insegnanti che oltre ad avere più difficoltà a trovare un impiego, non raggiungono neanche i 1.200 euro al mese. La fotografia scattata da AlmaLaurea è chiara, eppure la scelta degli studenti va spesso in un'altra direzione: nell'anno accademico 2015/2016 (dati Ministero Istruzione) il 52,8% delle nuove matricole si è concentrato proprio nelle macro-aree disciplinari che faticano a offrire opportunità di lavoro adeguate: l'ambito sociale (33,8%) e umanistico (19%). Che cosa non funziona? Secondo gli esperti del settore manca un percorso ragionato che aiuti i ragazzi a identificare l'università più idonea nell'ottica di trovare un impiego: «L'orientamento è diventato il problema dell'Italia; gli studenti non scelgono consapevolmente, le famiglie spendono soldi e il Paese si indebolisce», dice Ivano Dionigi, presidente di AlmaLaurea. Inoltre Dionigi sostiene che in questi anni le università hanno svolto un'opera di supplenza, ma non basta: «In Italia manca una vera politica di orientamento, che significa anche stabilire il numero esatto di medici, laureati in lettere e in ingegneria necessari alle nostre esigenze. Le istituzioni cominciano a sentire il problema, ma si dovrebbe fare molto di più». (Fonte: C. Barone, A&F 02-10-17)