Home
IL PUNTO SULL’INSEGNAMENTO DEL FUTURO ALL’EDTECH FORUM PDF Stampa E-mail

«Parlare di e-learning, insegnamento online, e di e-university non ha più senso. La prospettiva è cambiata. L'insegnamento in sé è il valore formativo che non deve essere anteposto allo strumento tecnologico. L'obiettivo è cucire addosso a ogni studente un'esperienza educativa disegnata con precisione». Leonardo Caporarello, professore SDA e direttore di Built, il centro dell'innovazione per l'insegnamento dell'Università Bocconi, spiega così una delle conclusioni chiave della seconda edizione di EdTech Forum, l'appuntamento sul futuro della business education. Passata l'ebbrezza (e la paura) dell'online come nuova forma di educazione universitaria, ci si sta rendendo conto che le sfide da affrontare passano soprattutto attraverso la preparazione degli stessi docenti. «Il nuovo EdTech Forum è stato un momento di confronto paritetico tra le più importanti università europee per fare il punto della situazione dell'insegnamento di alto livello e capire in quale direzione procedere», racconta il direttore di Built. Da una decina che erano nel primo meeting, sono passati a essere più di 50 i partecipanti a questo evento gratuito e ad adesione volontaria. «Avere la strumentazione adeguata è necessario ma non sufficiente. Bisogna insegnare ai professori come utilizzare le nuove tecnologie. Per questo, con il centro sull'innovazione riorganizzato dall'attuale rettore, abbiamo in programma corsi di formazione per il personale accademico della Bocconi», chiarisce il professor Caporarello. «Anche sapere parlare la lingua degli stakeholder diventa un tratto fondamentale nella preparazione dei docenti». La classe del futuro: come sarà? Ci sarà ancora la lavagna? O si farà lezione con un visore che proietta gli studenti in una realtà aumentata? E infine, il peer learning, ovvero lo scambio di conoscenze tra pari che si verifica soprattutto con chi ha già alle spalle un ampio bagaglio di conoscenze. «La sfida per noi docenti», conclude Caporarello, «è capire come integrare competenze e tecnologie». (Fonte: C. Colombo, La Stampa, 20-10-17)