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USA. LA STABILIZZAZIONE DEI PROFESSORI PDF Stampa E-mail

Negli USA e in tutti i sistemi di higher education che ne mimano il modello, si parla di tenured o non tenured positions. Sul punto, ovvero sul fondamento economico/istituzionale dell’opportunità di garantire a vita la stabilità del posto di lavoro di un professore universitario, esiste una letteratura sterminata. Ne parlava colui che aveva reso grande Harvard nel 1907: “In una società democratica la libertà del docente va difesa dalla tirannia della maggioranza, o di quel pensiero dominante che in un dato momento storico può manifestarsi con riferimento ad uno qualsiasi dei nodi centrali della conoscenza e del mutevole sistema di credenze accolte in una società sul piano religioso, politico ed economico. A questo rischio, secondo Elliot, si deve ovviare prevedendo la tenure of office, ovvero concependo ruoli di insegnamento non sottoposti a termine o rinnovo, l’accesso ai quali è subordinato ad un processo di valutazione rigoroso, preceduto da severi periodi di prova, ma sempre retto in modo esclusivo dalla comunità accademica. Un privilegio di casta? No. Un meccanismo che all’occorrenza permette al docente, non diversamente dal giudice della Corte suprema degli Stati Uniti che giura sulla Costituzione di fronte al Presidente che lo ha nominato, di votare contro gli interessi dell’istituzione artefice della sua designazione”. Sul tema furono gettate le basi che permisero al sistema universitario statunitense di trionfare a livello mondiale nella seconda metà del Novecento. E il sistema regge anche oggi, esibendo una intrinseca giustificazione economica. Nelle parole di Raghavendra Rau, professore di sistemi finanziari a Cambridge che scrive sul Financial Times: “The binary nature of tenure in the US is therefore a rational economic solution to the twin problems, adverse selection and moral hazard, universities face. It is also why despite frequent calls to abolish tenure, the tenure system has survived – without it, universities would cease to be centres of research. It is also likely to be a reason why by far the greatest amount of academic research originates in the US.” Per non dire delle ulteriori giustificazioni interne alla vita universitaria che rendono necessario prevedere che a un certo momento della carriera il professore universitario consegua la stabilizzazione. (Fonte: U. Izzo, Roars 02-08-17)