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UK. L’ATTRAZIONE DEL SISTEMA UNIVERSITARIO PDF Stampa E-mail

Nelle Università del Regno Unito ci sono oltre 5.000 ricercatori italiani. Le università del Regno Unito sono universalmente riconosciute come la seconda potenza accademica e di ricerca del mondo, dopo gli Stati Uniti. Una tale numerosità di accademici e ricercatori italiani in un sistema accademico di eccellenza fa fare un paio di importanti considerazioni. La prima è che che le nostre scuole e università riescono a produrre studenti bravi, dando loro solide basi per affrontare studi e ricerche scientifiche avanzate e sfide professionali impegnative. La seconda riguarda il sistema accademico britannico e internazionale (e non è altrettanto positiva per noi). Va osservato che gli italiani non sono la popolazione accademica non-britannica più numerosa; anche se di poco, i tedeschi ci superano. Quello che spesso viene descritto o immaginato come un fenomeno ristretto al nostro Paese è in realtà un fenomeno diffuso: i ricercatori si spostano da un Paese all’altro. Per altro, non mi risulta questo venga visto come un problema in Germania. Nella concorrenza internazionale, il Regno Unito è visto come una meta ambita per studiosi e ricercatori di tante discipline e di tante nazionalità. Il sistema britannico è attrattivo perché offre certezze ai ricercatori sulla possibilità di competere e perché la competizione tra università parte dalla selezione degli studenti, passa per il reclutamento autonomo dei docenti e si chiude con un sistema combinato di valutazioni ex-ante ed ex-post. Non posso non far notare che questo sistema porta a far concentrare il 50% del finanziamento pubblico in 10 atenei, per tutti e due i canali di finanziamento descritti. Non so se il nostro Paese sia pronto ad accettare una tale disparità tra atenei. Ma l’eccellenza diffusa è insostenibile. Forse una rete di eccellenza aggiunta a un solido sistema educativo diffuso, che già abbiamo, è quello che manca al nostro Paese? (Fonte: R. Di Lauro IlSole24Ore 09-08-17)