Home 2017 25 settembre UE. ESTERO EU. CREARE LA SPAZIO UNICO DELLA RICERCA
EU. CREARE LA SPAZIO UNICO DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

La prima e forse più importante riforma europea riguarda la ricerca scientifica. L'innovazione vera, quella che produce nuove tecnologie, incluse quelle sul governo della società, non può venire da un contesto universitario molto locale e spesso subalterno come quello costituito da 27 sistemi statali fra loro isolati. Se poi si considera che lo stesso sistema industriale europeo, con alcune limitate eccezioni, è molto debole rispetto ai colossi americani (specie della sponda Ovest) e del Far East sembra indispensabile dare luogo ad un un vero e proprio mercato unico dell'alta formazione e della ricerca che, nel promuovere efficienza e concorrenza, sia in grado di sostenere una politica industriale competitiva. Vorrà dire qualcosa se il monopolio della ricerca scientifica e dell'alta formazione è detenuto dagli Stati Uniti: e fra le prime venti università al mondo le uniche non americane tre sono britanniche e due svizzere, e cioè di Paesi che non sono membri della Ue. Anche solo una visione comunitaria dell'Unione, in base alla quale è messa cioè in comune la sola sovranità in materia economica, induce a "comunitarizzare" l'area della ricerca e dell'alta formazione. La ricerca scientifica deve costituire una politica comune coessenziale alla applicazione del diritto comunitario primario (tanto più in presenza della inadeguatezza delle scelte degli Stati membri). Lo spazio unico della ricerca dovrà anzitutto promuovere, con adeguate direttive, la libera circolazione di studenti e docenti/ricercatori (inclusa l'uniformità delle regole di accesso alla docenza), l'elaborazione di contenuti comuni minimi pur in un contesto di autonomia didattica e scientifica ed il riconoscimento completo dei titoli accademici e dei connessi titoli professionali. Parallelamente, in secondo luogo, occorre dare luogo ad una sola Agenzia europea dell'alta formazione e della ricerca che eserciti la vigilanza e, per quanto occorra, autorizzi gli istituti di ricerca e di alta formazione a stare sul mercato sulla base delle regole comuni. (Fonte: M. Maresca, IlSole24Ore 24-08-17)