UN RAPPORTO SUI CONCORSI ELABORATO DALL'UFFICIO VALUTAZIONE IMPATTO DEL SENATO SCOPRE LA COOPTAZIONE |
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Università, concorsi per diventare professori associati o ordinari. Un rapporto elaborato dall'Ufficio Valutazione Impatto del Senato spiega come non importa quali accorgimenti si prendano e quali riforme si facciano: nel mondo accademico si troverebbe sempre il modo di aggirare il sistema. Ora, oltre agli aneddoti e agli studi degli esperti, ci sono anche i dati del Senato: 664 concorsi analizzati (230 per ordinari e 434 per associati), un arco temporale che va dal 2004 al 2010, quattro atenei (l'Università di Padova, la Statale di Milano, La Sapienza di Roma e la Federico II di Napoli). Sono state considerate le liste di tutti i candidati, calcolata la qualità scientifica, rilevate le variabili (dall'H-Index - il parametro che misura la prolificità e l'impatto scientifico di un autore sulla base delle sue pubblicazioni e sul numero di citazioni - alla sede di provenienza dei candidati rispetto ai commissari), misurata l'incidenza dei vincitori tra gli interni e gli esterni prima e dopo il 2008, anno in cui le commissioni di valutazione sono diventate quasi completamente a sorteggio, nel tentativo di garantire maggiore oggettività. Risultato: la percentuale dei vincitori interni all'ateneo che aveva indetto il concorso non mutava. E un parallelismo: oggi, anche le commissioni che valutano l'abilitazione nazionale dei professori rispondono a un sorteggio simile mentre la chiamata negli atenei spesso avviene con commissioni scelte dall'interno. "Questo pericolo - si legge nelle conclusioni - sembra rimanere anche con l'attuale sistema delle abilitazioni scientifiche nazionali: le chiamate degli abilitati sono ampiamente nelle mani dei singoli atenei e dei dipartimenti". (Fonte: V. Della Sala, FQ 20-08-17)
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