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RECLUTAMENTO. CERTEZZA DEI TEMPI E DELLE REGOLE E SEMPLIFICAZIONE DEL PRE-RUOLO PDF Stampa E-mail

Il meccanismo di reclutamento è stato cambiato molte volte negli ultimi anni. Ogni metodo scelto ha presentato luci e ombre. La procedura utilizzata oggi credo stia dando buoni risultati con il doppio livello di abilitazione nazionale e concorso locale, ma soffre di eccessive rigidità, riducendo la discrezionalità per contrastare gli arbitri, e penalizzando in questo modo gli studiosi di frontiera rispetto ai settori disciplinari. Qualunque regola si applichi, la responsabilità di chi sceglie è determinante e va rafforzata sempre di più utilizzando la leva della valutazione ex-post che deve essere severa con un sistema certo e rapido di premi e penalizzazioni. L'introduzione nella ripartizione dell'Ffo (Fondo di finanziamento ordinario) dell'indicatore legato alla performance dei docenti reclutati ha sicuramente contribuito a favorire scelte di qualità nei dipartimenti come i dati della VQR (Valutazione della qualità della ricerca) dimostrano in maniera chiara. Arrivare a meccanismi di scelta più semplici, controbilanciati da valutazioni più severe, è un obiettivo da perseguire. Ma avere una selezione meritocratica non basta per attrarre i migliori in un mercato della ricerca sempre più globale e competitivo dove la qualità del capitale umano rappresenta la leva fondamentale per creare sviluppo economico e benessere sociale. Per attrarre dobbiamo parlare di certezza dei tempi e delle regole, stipendi e opportunità di ricerca. Tempi di ingresso nel percorso universitario devono essere ragionevoli e certi. Oggi esiste un lungo precariato con regole spesso non chiare e che cambiano nel tempo. E giusto che ci sia un periodo congruo di prova che consenta alla struttura di valutare le attitudini di chi aspira a svolgere il difficile ruolo di ricercatore, ma per chi segue quest’aspirazione ci deve essere la certezza che dopo questo periodo ci sia l'opportunità concreta di avere una posizione definitiva. Per ottenere questo è necessaria una semplificazione del pre-ruolo e piani pluriennali di investimento che consentano alle università di programmare il reclutamento con una ragionevole sicurezza. (Fonte: G. Manfredi, IlSole24Ore 21-07-17)