UK. SEGNALI DI “POLIZIA LINGUISTICA” NEGLI ATENEI |
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L'Adam Smith Institute ha diffuso una sconcertante analisi sul sistema universitario Inglese, che D. Capezzone prova a riassumere nei suoi punti essenziali: - i docenti culturalmente e politicamente di centrodestra, conservatori, liberalconservatori, moderati, non di sinistra, non arrivano oltre il 10-11% del totale degli accademici; - circa il 90% degli istituti considerati nella ricerca ha in qualche forma applicato restrizioni rispetto al «free speech», alla libertà di parola, specie per prevenire o impedire critiche rispetto all'islamismo; - nei libri di testo economici, i casi di (vero o presunto) fallimento del mercato sono citati sei volte più frequentemente dei casi di fallimento dello stato. Sul Times, l'ex ministro Gove ha reso la fotografia ancora più orwelliana, parlando della figura (presente a Oxford, ad esempio) del «diversity officer», cioè di un funzionario appositamente addetto a verificare se (nell'insegnamento formale, cioè nelle lezioni, o anche nelle conversazioni informali!) siano usate espressioni che qualcuno possa percepire come offensive (per motivi razziali, sessuali, di genere, ecc). Nel caso, il responsabile viene convocato e ammonito, affinché l'episodio non si ripeta: altrimenti scattano le misure disciplinari. |