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VALUTAZIONE. SUPERARE L’ACCANIMENTO IPERPARAMETRICO PDF Stampa E-mail

L’ANVUR da diversi anni sta lavorando alacremente (anche troppo per alcuni, come dimostrano le continue polemiche e anche i tentativi di boicottare la raccolta di informazioni). Passi avanti importanti sono stati fatti ed è significativo che i vari governi che si sono succeduti non abbiano (fin qui) interferito più di tanto. È anche chiaro come Anvur abbia dovuto, in primo luogo, colmare un enorme deficit di conoscenze sulle reali performance del sistema universitario. Da qui la necessità di raccogliere dati alla fonte (università, enti di ricerca e singoli docenti e ricercatori) e di aggregarli in vario modo, per valutare non solo le Università ma anche i singoli Dipartimenti, le aree disciplinari, i dottorati di ricerca, ecc. Ava, Vqr, Sua-Rd, Sua-CdS, sono acronimi che ora imperversano nella vita accademica. La Sua-CdS, per esempio, dovrebbe essere funzionale alla progettazione e autovalutazione dei Corsi di Studio «secondo il principio della semplificazione e dell’efficienza delle procedure di inserimento dei dati» da usare annualmente e poi per il riesame ciclico triennale. La Sua-Rd punta alla raccolta delle informazioni sui prodotti della ricerca (pubblicazioni ma anche finanziamenti, e altre attività connesse alla ricerca) su base dipartimentale, mentre la Vqr (Valutazione della qualità della ricerca) valuta le università, i dipartimenti e i corsi di dottorato come somma della qualità della produzione dei singoli componenti. Ciascuna di queste azioni si conclude con un’enorme quantità di dati aggregati sui quali costruire algoritmi con tanto di “stop loss” e di “stop gain” per l’assegnazione delle risorse e di graduatorie di merito. Una valutazione senza volto che insiste sul singolo docente, perché è il singolo docente che insegna, fa ricerca, cerca di procurarsi finanziamenti ecc. C’è da sperare che questa fase – necessariamente iperparametrica – sia rapidamente superata. Altrimenti, il rischio che si corre è che la valutazione si cristallizzi in un sistema rigido di parametri di soglie e di indicatori con cui riempire periodicamente fogli Excel e maschere informatizzate. In altre parole, bisogna evitare che la valutazione diventi esclusivamente un esercizio burocratico periodico perché l’apprezzamento della qualità della ricerca e delle capacità umane di un’università non può essere ridotta esclusivamente a tabelle numeriche. L’accanimento parametrico “sfianca” anche i più volenterosi e deresponsabilizza le strutture di governo degli atenei. (Fonte: D. Braga, IlSole24Ore 12-04-17)