Home 2017 20 marzo VARIE IL GIOGO BUROCRATICO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI APPLICA ALL’UNIVERSITÀ MA NON ALLA RAI
IL GIOGO BUROCRATICO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI APPLICA ALL’UNIVERSITÀ MA NON ALLA RAI PDF Stampa E-mail

“No, non è la BBC, ma è la RAI, la RAI TV!” diceva un famoso motivetto radiofonico. Anche a noi universitari piacerebbe tanto poter tornare a lavorare ad armi pari con i colleghi stranieri, liberandoci di tutta questa ottusa burocrazia. Basterebbe un articoletto di legge di poche righe:
“Al fine di assicurare il pieno ed efficace svolgimento del ruolo istituzionale delle Università e degli Enti di Ricerca, nel rispetto dei principi di autonomia stabiliti dall’articolo 33 della Costituzione e specificati dalla legge n.168 del 9 maggio 1989, NON si applicano alle Università statali e agli Enti di Ricerca le norme finalizzate al contenimento di spesa in materia di gestione, organizzazione, contabilità, finanza, investimenti e disinvestimenti, previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n.196.”
Nell’ultimo decreto-legge “Milleproroghe” qualcosa di simile è stato fatto per la RAI, azienda pubblica finanziata dal contribuente, che finora è stata esentata dal giogo burocratico della Pubblica Amministrazione su spending review, appalti, acquisti e assunzioni. Lo sarà per un altro anno grazie all’intercessione del Governo (si veda l’Art. 6 D.L. 30 dicembre 2016, n. 244).
C’è da scommettere che il prossimo anno l’eccezione verrà prorogata di nuovo, perché una cosa è sicura: se si applicassero alla RAI le norme della PA essa fallirebbe in pochi mesi, incapace di reggere il confronto con la concorrenza privata e internazionale. In questo labirinto burocratico la RAI non potrebbe certamente garantire la continuazione del servizio pubblico. Anche l’Università eroga un servizio pubblico ma, purtroppo, questo non viene percepito. Purtroppo, a differenza della RAI, non interessa a nessuno se le stravaganti norme che paralizzano la PA rendono l’Università incapace di reggere il confronto con la concorrenza privata e internazionale. (Fonte: N. Casagli, Roars 16-01-17)