Home 2017 20 marzo SISTEMA UNIVERSITARIO RAPPORTO DEL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE SULL’ATTUALE SITUAZIONE DEI NOSTRI ATENEI COL TITOLO “UNIVERSITÀ, LE POLITICHE PERSEGUITE, LE POLITICHE ATTESE”
RAPPORTO DEL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE SULL’ATTUALE SITUAZIONE DEI NOSTRI ATENEI COL TITOLO “UNIVERSITÀ, LE POLITICHE PERSEGUITE, LE POLITICHE ATTESE” PDF Stampa E-mail

Si tratta di un’analisi volta a verificare a che punto è la relazione tra lo Stato e il sistema delle autonomie universitarie. In un contesto di crescenti difficoltà, per allineare il nostro paese agli standard internazionali, stante anche il mancato completamento del “piano associati”, il Rapporto propone di bandire nuovi posti per almeno 2000 ordinari, 4000 associati e 2000 ricercatori, con un investimento totale di 300 milioni, dei quali 75 destinati ai primi, 100 ai secondi e 125 alla categoria dei ricercatori. Una porzione rilevante delle risorse necessarie potrebbe venire, sempre secondo il Rapporto, dallo storno in favore del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) dei fondi ora destinati alle Cattedre Natta, di fatto mai decollate, oltre che da un prelievo parziale dal finanziamento dei dipartimenti universitari di eccellenza. Alcune considerazioni, infine, sono dedicate dal Rapporto allo stato giuridico e alla progressione di carriera dei docenti. Al riguardo, un giudizio non proprio entusiasta è stato espresso dal CUN sull’attuale ASN, dovendosi, a parere dello stesso, prendere atto che i vincoli imposti all’autonomia di giudizio delle commissioni, ancorché volti a impedire comportamenti opportunistici, hanno, di fatto, zavorrato il sistema, avendo creato notevoli problemi sia sul piano della loro applicazione sia per il contenzioso che ne è derivato. De iure condendo, preso atto che i giovani ricercatori sono assunti su posizioni a tempo e con tutele ridotte, il Rapporto propone una ristrutturazione delle carriere, partendo da un’unica posizione di base a tempo indeterminato, con maggiori garanzie contrattuali, così da scongiurare la persistenza di un insieme di figure precarie. Si tratterebbe, insomma, di far partire concorsi per entrare in ruolo inizialmente come professore junior a tempo determinato, con conferma in ruolo dopo il conseguimento dell’abilitazione. (Fonte: Il Foglietto 23-02-17)