Home 2017 20 marzo RICERCA BUONA RICERCA, POCHI BREVETTI
BUONA RICERCA, POCHI BREVETTI PDF Stampa E-mail

La ricerca di eccellenza, in ingegneria o farmaceutica, in Italia non manca: siamo ottavi al mondo per pubblicazioni. Precipitiamo al diciassettesimo posto per brevetti, il solo MIT di Boston ne deposita quanto tutti i nostri atenei. Che in un anno producono in media solo due aziende e mezza, i cosiddetti spin-off. Il trasferimento tecnologico, il canale che porta l'innovazione verso il sistema produttivo, è interrotto. Il fatto è che per diventare professori la (lunga) strada è una sola: pubblicare. In altri Paesi chi deposita brevetti viene premiato, in Italia perde tempo. Sui fondi pubblici che un'università riceve, del resto, l'efficacia della terza missione, la valorizzazione della ricerca sul mercato, conta poco. Gli uffici dedicati al trasferimento hanno in media 3,6 dipendenti, in quello dell'Università di Lovanio, Belgio, sono in 82. «Diventa un modo per far sopravvivere la ricerca», ammette Alberto Silvani, che lo dirige al CNR, 15 persone contro 10mila ricercatori e un budget «drasticamente tagliato». (Fonte: La Repubblica 19-01-17)