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IL FINANZIAMENTO PUBBLICO ALLE UNIVERSITA STATALI NON ACCONTENTA NÉ A NORD NÉ A SUD PDF Stampa E-mail

La carestia finanziaria degli anni della crisi ha colpito soprattutto nel Mezzogiorno, dove il confronto 2009-2016 indica un taglio del 19% contro il 12,3% subìto dagli atenei del Nord, ma la geografia si capovolge quando si guarda al rapporto tra fondi pubblici e studenti iscritti (i costi standard si basano invece solo sugli studenti regolari). Da questo punto di vista iI flnanziamento agli atenei meridionali è rimasto praticamente invariato (-0,3% negli ultimi otto anni), mentre al Nord è sceso del 9,4%. La spiegazione è semplice: negli stessi anni le università meridionali hanno visto ridursi la propria platea di studenti del 18,7%, mentre al Nord gli iscritti sono scesi del 3,2%. Il problema ha due corni. Al Sud, nonostante qualche segnale incoraggiante come i miglioramenti delle performance nella ricerca appena registrato dall'ANVUR, l'impoverimento del conto economico insieme allo spopolamento delle aule ipoteca i tentativi di rilancio. Negli atenei più competitivi del Nord, invece, le clausole di salvaguardia, introdotte ogni anno per non aggravare ulteriormente gli squilibri, impediscono di far funzionare a pieno ritmo i criteri dei costi standard e del finanziamento legato ai risultati di didattica e ricerca, che pure l'università ha coraggiosamente introdotto molto prima degli altri comparti della Pubblica amministrazione. Con il risultato di scontentare tutti. (Fonte: G. Trovati, IlSole24Ore 06-03-17)