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IL RITARDO ALLA LAUREA SI È RIDOTTO MA LE UNIVERSITÀ HANNO PIÙ INTERESSE A LIBERARSI DEI FUORICORSO PDF Stampa E-mail

Secondo il rapporto Almalaurea del 2016 oggi il ritardo alla laurea si è più che dimezzato rispetto a prima della riforma Berlinguer, passando da 2,9 a 1,2 anni. Anche la percentuale di chi finisce gli studi in corso è sensibilmente aumentata: quasi la metà dei laureati è regolare (47 per cento: nel 2001 non arrivavano neanche al 10 per cento). In America, solo per fare un confronto, meno del 40 per cento dei ragazzi riesce a prendere il bachelor nei 4 anni di ordinanza. L'ANVUR sottolinea come il problema dei fuori corso abbia anche una declinazione regionale, con picchi negativi nel Meridione. Comunque oggi nessun ateneo è più disposto a tollerare inutili trascinamenti. Tanto più visto che il nuovo sistema di ripartizione dei fondi basato sul cosiddetto «costo standard» conteggia solo gli studenti regolari, trasformando i fuori corso in pesi sulle casse degli atenei come un passivo fisso. Ecco perché sono sempre di più le università che decidono di fare piazza pulita. Vuoi usando la leva delle tasse universitarie: alla Sapienza, a partire dal terzo anno, si paga il 50 per cento in più. Vuoi fissando dei paletti molto stretti, come al Politecnico di Torino: se entro la fine del secondo anno non hai finito gli esami del primo semestre, non puoi iscriverti al terzo e comunque per compiere tutto il percorso non puoi metterci più del doppio del tempo previsto, pena la decadenza dell'iscrizione. (Fonte: CorSera 18-11-16)