Home 2017 16 gennaio SISTEMA UNIVERSITARIO GLI OBIETTIVI DI CHI HA SCRITTO LE RIFORME NON SONO QUELLI CHE AUSPICA CHI NEL MONDO DELL'UNIVERSITÀ CI LAVORA
GLI OBIETTIVI DI CHI HA SCRITTO LE RIFORME NON SONO QUELLI CHE AUSPICA CHI NEL MONDO DELL'UNIVERSITÀ CI LAVORA PDF Stampa E-mail

Gli obiettivi di chi ha scritto le riforme non sono quelli che auspica chi nel mondo dell'Università ci lavora e, soprattutto, non sono quelli che vorrebbe chiunque volesse ottenere una formazione di qualità. La qualità dell'accademia, pur con tante ombre, è certificata da due fatti chiari e semplici: da una parte i dati emergenti dal confronto del livello della produzione scientifica italiana con quella di altri Paesi e dall'altra il successo che tanti giovani ricercatori formati dai nostri atenei ottengono nel mondo. La classe dirigente e i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni almeno hanno dovuto trovare un capro espiatorio dei loro fallimenti e l'Università, la ricerca e il sistema educativo in generale hanno avuto proprio questo ruolo. Nella proposta di revisione dell'articolo 117 della riforma costituzionale respinta dal referendum si identificava una competenza esclusiva della Stato in tema di «istruzione universitaria e programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica». Il richiamo esplicito alla didattica universitaria permetteva di giustificare l'idea che il governo avesse titolo a dettare l'agenda strategica della ricerca scientifica e tecnologica condotta dall'Università anche investendo sulla didattica. Questo era, dunque, un nuovo e violento attacco all'autonomia delle università. La revisione costituzionale andava nella stessa direzione di altri provvedimenti intrapresi negli ultimi anni, che miravano a limitare l'autonomia universitaria e della ricerca. Si sarebbe offerta così un'inedita copertura costituzionale all'ingerenza della politica nelle scelte che dovrebbero essere proprie dei docenti universitari e dei ricercatori. (Fonte: F.Sylos Labini, Left 03-12-16)