UN PREMIO PER I DIPARTIMENTI MIGLIORI. ALCUNI PROBLEMI |
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La legge di bilancio introduce un finanziamento annuo aggiuntivo (di 270 milioni) per i migliori dipartimenti universitari statali. È prevista la costituzione di una commissione nazionale per individuare 180 dipartimenti (tra gli 814 delle università statali) meritevoli di un contributo medio annuo aggiuntivo di 1.350.000 euro: 1.080.000 euro per i dipartimenti più piccoli e 1.620.000 euro per i più grandi; per le scienze naturali, le scienze mediche e l’ingegneria sono poi previsti ulteriori 250mila euro. La decisione di finanziare i dipartimenti e non gli atenei contenuta nella legge di bilancio è innovativa. Fino ad oggi il finanziamento premiale è stato attribuito agli atenei, non ai dipartimenti. La proposta del governo per l’attribuzione del finanziamento solleva alcuni problemi e potrebbe condurre a risultati non desiderabili. Il problema principale è che una prima selezione (350 dipartimenti) sarà fatta su una graduatoria di tutti i dipartimenti sulla base di un “indicatore standardizzato della performance dipartimentale che tenga conto della posizione dei dipartimenti nella distribuzione nazionale della VQR nei rispettivi settori scientifico-disciplinari”. L’elaborazione dell’indicatore, e particolarmente la “standardizzazione”, è demandata ad ANVUR. Tuttavia, uno dei principi alla base della Valutazione della qualità della ricerca è che la valutazione non consente confronti tra ricercatori di aree diverse, ma solo all’interno della stessa area scientifica. Ogni criterio di “standardizzazione” tra aree diverse è arbitrario. Infatti, la VQR non fornisce la posizione relativa di un dipartimento a livello nazionale, ma solo il posizionamento dei docenti di un dipartimento che afferiscono a una particolare area di ricerca nei confronti dei docenti della stessa area di altri dipartimenti. Non è poi chiarito quale indicatore della VQR si intende utilizzare: quello relativo alla qualità media dei dipartimenti? Al miglioramento rispetto alle posizioni della valutazione precedente? Alla consistenza dei progetti di ricerca? O tutti? A questo si aggiunge il fatto che molti dipartimenti nati dopo la legge Gelmini del 2010 sono eterogenei, sia per temi di ricerca, sia per dimensione. (Fonte: T. Jappelli, lavoce.info 18-11-16)
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