Home 2016 20 ottobre UE. ESTERO CONSEGUENZE DELLA CRISI SULLE UNIVERSITÀ DEI PAESI EUROPEI
CONSEGUENZE DELLA CRISI SULLE UNIVERSITÀ DEI PAESI EUROPEI PDF Stampa E-mail

A parte la Gran Bretagna, i governi europei hanno a malapena concesso alle università di compensare la perdita di fondi pubblici aumentando le rette per gli studenti, benché diversi paesi - come la Danimarca, l'Olanda e la Svezia - abbiano introdotto rette universitarie a costi pieni per gli studenti extra-europei. Secondo i dati raccolti dalla European University Association su 22 Paesi e regioni, nel corso della crisi più della metà dei governi ha tagliato fondi per le università (compresi gli aiuti agli studenti), con i tagli maggiori in Grecia e Ungheria (più del 40%). Le università che fanno parte del gruppo di paesi che hanno dovuto cercare riparo sotto l'ombrello del Fondo europeo di emergenza (Cipro, Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) sono state duramente colpite in termini di finanziamenti per i costi diretti, aiuti agli studenti e ricerca. Secondo lo studioso Jo Ritzen, docente di Economia internazionale di scienza, Tecnologia e Istruzione superiore della Maastricht University, "le università dell'Europa nord-occidentale, del Centro ed Est Europa sembrano esser state più resilienti di fronte alla crisi rispetto a quelle del Sud Europa. C'è da aspettarsi un ulteriore aumento del gap esistente fra Nord e Sud Europa. Non esistono prove, o almeno non rilevanti al momento, che confermino che la crisi abbia incoraggiato l'innovazione nelle università europee, si tratti di contenuti in apprendimento, metodi didattici o ricerca". (Fonte: M. Borracino, rivistauniversitas 12-10-16)