Home 2016 20 ottobre RICERCA. RICERCATORI RICERCA. PROGETTI DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE (PRIN). TORNANO CON UN BANDO 2015 DA 91 MILIONI
RICERCA. PROGETTI DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE (PRIN). TORNANO CON UN BANDO 2015 DA 91 MILIONI PDF Stampa E-mail

Dopo due anni di interruzione, il Ministero dell’Istruzione e dell’Università è riuscito a ripristinare il bando PRIN: Progetti di rilevante interesse nazionale. Distribuirà 91 milioni di euro a 300 gruppi di ricerca in giro per il Paese. Peccato, però, che nel 2005 (sotto la gestione di Letizia Moratti) i fondi fossero superiori di quasi il 50%: nell’ultimo decennio sono stati sottoposti a tagli continui, che hanno messo in discussione la stessa esistenza dei PRIN. E anche per il futuro non è certo se verranno confermati. “Così il Miur è riuscito a distruggere quello che sarebbe uno strumento fondamentale per la ricerca italiana”, commenta Luigi Maiorano, presidente dell’Apri (Associazione precari della ricerca). “I soldi del 2015 sono un’ottima notizia ma non significano nulla senza certezze su fondi e tempistiche dei prossimi bandi”, gli fa eco Joselle Dagnes, del Coordinamento ricercatori non strutturati.
Il bando era fermo dal 2012, ultima edizione in archivio che coincide anche con il minimo storico di 38 milioni di euro dopo i tagli del governo Monti. È andata peggio nel 2013 e nel 2014, quando semplicemente non è stato pubblicato. Si tratta di progetti di vario ambito (dalle scienze matematiche a quelle sociali, dalla fisica all’ingegneria) che, come spiega l’acronimo, possono avere un “rilevante interesse nazionale” e per tanto meritano un finanziamento statale: il ricercatore presenta il suo piano (completo di budget), delle commissioni apposite giudicano i candidati e nominano i vincitori, che si vedono assegnati i fondi per sviluppare il proprio progetto nell’arco di tre anni. In Italia non esiste nulla di analogo: i ricercatori possono ovviamente partecipare ai vari Erc di competenza europea, o ai Pon-Rec (orientati però allo sviluppo del Meridione). Ma, di fatto, questo è l’unico canale di finanziamento su scala nazionale e senza limitazioni settoriali per i ricercatori.
L’università che ha ottenuto lo stanziamento maggiore, con ben 16 progetti finanziati, è la Sapienza di Roma. All’ateneo capitolino andranno circa 8,5 milioni di euro. Segue l’Alma Mater di Bologna con 14 programmi approvati e uno stanziamento di 7,5 milioni. Terzo gradino del podio per la Statale di Milano. Le risorse messe a disposizione del MIUR consentiranno di finanziare appena il 7% dei progetti presentati per il bando PRIN. Al ministero sono, infatti, arrivate più di 4.400 richieste di sostegno economico per altrettanti programmi di ricerca. Approvarli tutti avrebbe richiesto un impegno finanziario di oltre 2 miliardi di euro. Ovvero venti volte superiore ai fondi effettivamente disponibili. Ma questo è quello che succede in un Paese che investe in ricerca una quota pari ad appena l’1,2% del Pil. (Fonti: L. Vendemiale, FQ Scuola 30-09-16. R. Saporito, wired.it 03-10-16)