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ENTI DI RICERCA AUTONOMI E ATENEI IRRETITI DALLA BUROCRAZIA PDF Stampa E-mail

All’affermazione di principio del premier, l’università «deve uscire dal perimetro della Pa», non sono seguite per ora proposte articolate, ma è stata già messa in pratica, di fatto, con la decisione di affidare il progetto Human Technopole all’IIT (Istituto italiano di tecnologia) per le vie brevi, anzi brevissime, senza coinvolgere le università se non nel ruolo di comparse. In nessun sistema universitario avanzato un progetto di tali dimensioni sarebbe stato messo in mano ad un soggetto unico senza valutazione, senza comparazione e senza un approfondito studio di fattibilità. Per contro Renzi avrà probabilmente temuto che il Technopole diventasse la Salerno-Reggio Calabria della ricerca italiana: una replica, per esempio, del caso Genova, dove università, aziende ed enti locali dibattono da dieci anni se e come utilizzare 140 milioni già stanziati per trasferire Ingegneria. O avrà immaginato l’assunzione dei ricercatori impantanarsi tra Tar e Consiglio di Stato. Se non si interviene in modo organico sul sistema, però, si rischia la polarizzazione tra due estremi destinati ad allontanarsi sempre di più, una strada già percorsa con esiti deludenti tra 2001 e 2006: da un lato un piccolo nucleo di enti, come IIT e alcune università ad ordinamento speciale, lasciati liberi di muoversi in autonomia più o meno completa; dall'altro la massa degli atenei, irretiti da norme e cavilli quasi sempre escogitati da altri ministeri e per altri settori della pubblica amministrazione. (Fonte: A. Schiesaro, IlSole24Ore 05-07-16)