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STUDENTI ERASMUS. SOLO IL 7,4% SCEGLIE IL NOSTRO PAESE PDF Stampa E-mail

Un mercato in crescita quello dell'Erasmus che vale un miliardo e mezzo di euro. Il bilancio di 27 anni di Erasmus parla di 3,3 milioni di studenti partecipanti e di 3,2 miliardi di euro investiti dall'Ue. Gli appena 3.244 pionieri partiti da Paesi che nel 1987 sperimentarono la prima edizione del programma, progettato per gli universitari che vogliono compiere un periodo di studio in uno dei Paesi dell'Unione, nel 2014 sono diventati 272.497, di 28 nazioni e sei Paesi extra Ue. E Bruxelles punta a coinvolgere almeno il 20% di tutti gli universitari entro il 2020. La classifica delle nazioni più gettonate vede al primo posto la Spagna con 39.277 arrivi l'anno (14,4% del totale) seguita da Germania con 30.964 (11,3%), Francia con 29.621 (10,8%), Regno Unito con 27.401 e con appena 20.204 (7,4%) l'Italia.
La Spagna è anche il Paese in grado di mandare più universitari all'estero (37.235), l'Italia è quarta (26.331), seguita a distanza dal Regno Unito dal quale partono appena 15.610 studenti (quasi la metà di quelli che entrano). L'età media degli studenti Erasmus è di poco superiore ai 23 anni, il 60,2 per cento sono donne. Per quali ragioni non scelgono l'Italia? «C'è il limite della lingua di studio - dice il rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone - infatti, da quando abbiamo più corsi in inglese gli studenti internazionali sono raddoppiati, fra Erasmus, scambi e doppie lauree erano 795 dieci anni fa, sono 1.589 oggi. Incide anche il costo della vita, qui più alto che in Spagna, e la difficoltà nel trovare alloggi. In Germania le università hanno un sistema di residenze strutturato che qui non c'è. (Fonte: F. Cavadini, CorSera 23-05-16)