Home 2016 26 giugno RICERCA. RICERCATORI ATTRARRE RICERCATORI STRANIERI. L’ITALIA MIGLIORA
ATTRARRE RICERCATORI STRANIERI. L’ITALIA MIGLIORA PDF Stampa E-mail

Una ricerca pubblicata sulla rivista britannica Nature ha analizzato quali sono oggi i paesi europei più bravi e capaci nel richiamare e trattenere scienziati da altre nazioni. Esaminando i dati dell’Unione Europea tra il 2007 e il 2014 riguardanti la mobilità e legati ai fondi messi a disposizione dal Settimo Programma Quadro, è emerso che il punteggio più alto era conquistato dalla Svizzera e dalla Gran Bretagna. Nel gruppo di coda della classifica si colloca l’Italia; una posizione segnalata come un caso perché — si fa notare — nei sette anni del piano ha contemporaneamente perso scienziati e non è stata in grado di attrarne in modo significativo. L’analisi dimostra che il livello di fondi dedicati alla ricerca in un Paese è tanto importante quanto l’abilità del governo a creare meccanismi di richiamo (ad esempio, salari competitivi), oppure, per evitare la fuga, varare provvedimenti per assicurare un futuro alla loro ricerca. Se le difficoltà nella Penisola esistono è anche vero che negli ultimi anni si sono manifestate realtà e iniziative in grado di funzionare da attrattori. Lo dimostra il campione di alcuni centri ricerca uscito da una ricognizione nelle varie Regioni tra il Nord e il Sud. Con dei record significativi, come l’Istituto Italiano di tecnologia (Iit) dove quasi la metà dei sui 1.100 ricercatori arriva da una cinquantina di nazioni. Pure altri centri possono vantare percentuali ragguardevoli (in media da un quarto ad un terzo del numero complessivo). Proprio le cifre e la produttività scientifica di questi gruppi rivelano che, nonostante tutto, c’è qualcosa che cambia e che esiste una spinta a modificare la situazione in meglio ben governata da coloro che sono alla guida dei centri considerati. (Fonte: G. Caprara, CorSera 10-05-16)