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FINANZIAMENTO DELLE UNIVERSITÀ. PROBLEMI CON IL NUOVO SISTEMA PDF Stampa E-mail

Il finanziamento ordinario delle università dipende da una quota base e una cosiddetta “premiale”. Nel 2015 la quota premiale è stata pari al 21,6 per cento del finanziamento ordinario e sarà incrementata annualmente fino a raggiungere il 30 per cento; la quota base è stata calcolata in parte sul finanziamento storico e su basi perequative e in parte in relazione al costo standard. A regime, il finanziamento ordinario delle università sarà dunque la somma di due quote: 30 per cento di quota premiale e 70 per cento di quota per costo standard.
Il nuovo sistema di finanziamento pone un problema di divari tra atenei, che nel nostro paese assume un carattere anche regionale. In base alle stime fornite nel rapporto Anvur 2016, le riduzioni e gli incrementi di finanziamento oscillano tra il -25 e il +27 per cento e le università in perdita sono prevalentemente meridionali. Non si può ignorare che il ridimensionamento di molti atenei meridionali (anche se in parte giustificato dai peggiori risultati nella ricerca e dalla diminuzione degli iscritti) si intreccia con la più ampia questione del divario Nord-Sud.
Inoltre, l’applicazione del nuovo modello di finanziamento richiede una decisa inversione di tendenza nell’ammontare complessivo dei finanziamenti concessi alle università. A regime, non sembra esservi congruità tra finanziamenti attuali e teorici (definiti dal costo standard). Secondo le stime fornite da Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) nella relazione presentata a fine maggio, se nel 2015 si fosse applicata integralmente la formula del costo standard, sarebbe stato necessario un finanziamento di 6,5 miliardi di euro per coprire il costo della didattica attualmente erogata. Considerando che vi è un limite alla contribuzione studentesca (la legge stabilisce che le entrate contributive non possano superare il 20 per cento del finanziamento ordinario), sarebbero necessari 5,2 miliardi di euro per coprire la quota base. Per assicurare una quota premiale del 30 per cento del finanziamento totale sono quindi necessari circa 7,5 miliardi di euro. Il divario rispetto ai 6,3 miliardi di euro del 2015 è di circa 1,2 miliardi di euro. (Fonte: M. De Paola e T. Jappelli, lavoce.info 10-06-16)