Home 2016 26 giugno IN EVIDENZA CORSI PROFESSIONALIZZANTI ALTERNATIVI ALLE LAUREE
CORSI PROFESSIONALIZZANTI ALTERNATIVI ALLE LAUREE PDF Stampa E-mail

Si sono diffusi nel Paese la nascita e l'affermarsi di canali alternativi all’università, corsi che vengono avvertiti come un passaggio più semplice verso un'occupazione. E fa niente che non rilascino una laurea e che siano «diplomifici» a volte sospetti. Truccatori, osteopati, informatici, montatori e tecnici tv. Spesso sono anche il sintomo della proliferazione di lavori agganciati all'evoluzione economica e tecnologica, come il web design. Così le università si sono trovate spiazzate e per correre ai ripari inseriscono corsi professionalizzanti nel percorso di laurea. È un modo per dare senso alle sempre più numerose sedi distaccate delle 90 università italiane che più di qualcuno considera troppe, anche se in verità sono in linea con le medie europee: «Il punto non è il numero delle sedi. Sono i doppioni che non vanno. Non hanno senso 90 sedi se sono tutte generaliste» dice il rettore dell’UniBo Francesco Ubertini. Che senso ha, infatti, insegnare giurisprudenza ovunque se tra l'altro è la facoltà che ha subito il maggior tracollo di immatricolazioni: -45,6% dal 2004 a oggi? L'Italia è il Paese con più avvocati al mondo. Colpa anche della mancanza di orientamento e della formula dei tirocini in azienda durante gli studi. Una svolta che subisce le resistenze culturali delle accademie. «Perché lasciare ai privati e a realtà extrauniversitarie i corsi professionalizzanti che potremmo fa noi?». La domanda del rettore Ubertini se la sta facendo il governo che in vista della prossima legge di Stabilità studia forme di incentivi per università e aziende che stringeranno accordi tra loro. Le prime ricaveranno punti di merito utili nella competizione tra atenei, le seconde sconti contributivi se faciliteranno stage e assunzioni tra gli studenti. (Fonte: La Stampa 12-06-16)