Home 2016 18 maggio VARIE COLLABORAZIONI TRA IMPRESE E UNIVERSITÀ
COLLABORAZIONI TRA IMPRESE E UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Le collaborazioni tra imprese e università, e più in generale con il sistema della ricerca, sono oramai pervasive in tutte le agende politiche che si occupano di sviluppo locale, scienza, tecnologia e innovazione. I collegamenti tra le due istituzioni possono generare vantaggi per entrambi i lati della collaborazione; tali interazioni sono ad esempio una chiave di successo in numerosi distretti industriali italiani. I dati sviluppati dalla Bocconi includono tutti i brevetti registrati in Italia nel periodo 1978-2007. Elemento peculiare è la possibilità di identificare gli inventori accademici, ossia gli inventori che lavorano nelle università e nei centri di ricerca. L’analisi si basa sulla comparazione tra coppie reali di inventori (i casi in cui su un brevetto hanno collaborato due o più inventori) e coppie virtuali (i casi di coppie che avrebbero potuto formarsi sulla base di caratteristiche simili ma non si sono realizzate nella realtà). La maggior parte delle collaborazioni avvenute, pari al 74 per cento, hanno luogo all’interno dell’industria (tra imprese), il 3 per cento coinvolgono solamente il mondo della ricerca (tra università o centri di ricerca), mentre il 23 per cento sono collaborazioni tra università e industria. I risultati mostrano che le collaborazioni tra imprese e università sono intrinsecamente più “difficili” rispetto alle collaborazioni all’interno dell’industria e della ricerca. Questo può dipendere da una serie di ragioni, quali la presenza di differenti meccanismi di incentivi, norme, pratiche e culture che agiscono come barriere per comportamenti collaborativi tra i due contesti. I risultati mostrano poi che, anche dopo che le collaborazioni sono state stabilite, la “produttività” (misurata in termini di numero di brevetti generati dalla stessa collaborazione nel tempo) è minore nel caso delle relazioni tra università e impresa. Tuttavia, “pesando” i brevetti per la loro qualità (misurata con le citazioni), i risultati cambiano in modo significativo. In questo caso, sono le collaborazioni tra impresa e università a generare brevetti con maggiore valore scientifico e grado di applicabilità (cioè, usati come base da altri inventori per sviluppare nuove applicazioni innovative). (Fonte: R. Crescenzi, A. Filippetti e S. Iammarino, lavoce.info 01-04-16)