Home 2016 18 maggio VARIE SFATARE LA NARRAZIONE OSTILE SUL MONDO ACCADEMICO E DELLA RICERCA
SFATARE LA NARRAZIONE OSTILE SUL MONDO ACCADEMICO E DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

Imperversa da oltre mezzo secolo una narrazione tutta italica che prende di mira il mondo accademico e quello della ricerca in generale, ne enfatizza le colpe, ne ignora i meriti, ne ridicolizza le competenze. I fatti desunti da dati statistici oggettivi forniscono invece un quadro diverso: i nostri ricercatori sono troppi? È vero il contrario: per ogni diecimila abitanti l’Italia ne ha venticinque (intesi come persone che fanno ricerca in enti pubblici o privati), circa la metà della media europea, con punte come la Gran Bretagna che ne ha settanta. Forse non sono produttivi? Tutt’altro. Il ricercatore Italiano è tra i più produttivi del mondo con 0,7 pubblicazioni in media l’anno, contro lo 0,5 di Canada e Gran Bretagna e lo 0,4 di Francia e Stati Uniti. Forse si tratta di pubblicazioni di scarso interesse? Neanche per sogno, quello italiano è il ricercatore più citato al mondo: sei citazioni all’anno; a ruota cinque per la Gran Bretagna, circa quattro per Stati Uniti, Germania e Francia. E i dati sulla competitività? Il nostro ricercatore è in grado di attrarre finanziamenti dall’Europa circa una volta e mezzo più grandi della media. Un dato, quest’ultimo, meno allegro di quanto si possa pensare. Il nostro Paese infatti partecipa al finanziamento della ricerca della Comunità europea in modo massiccio e purtroppo, nonostante la nostra eccellenza, perde nel bilancio di erogazioni e rientri oltre trecento milioni l’anno. E si stima che per il 2020 potrebbe arrivare a perderne più del doppio. Che fare? Aumentare subito e di molto il numero di ricercatori dotandoli di finanziamenti nazionali che li mettano in condizioni di parità con quelli degli altri Paesi. In sostanza l’Italia deve urgentemente congedarsi dal suo modestissimo investimento in ricerca e sviluppo, fermo all’1% del suo Pil, raggiungere la media europea del 2% e tendere all’obiettivo del 3% come dagli impegni di Barcellona. Chi fa scienza la faccia sul serio dunque e si faccia sentire da tutti. Questo appello è soprattutto rivolto a coloro che sono radicati in posizioni permanenti nella ricerca e che devono fare da maestri ai più giovani anche oltre la loro disciplina. (Fonte: P. Contucci, Il Mulino Marzo 21, 2016)