Home 2010 03 Maggio Sulla futura governance d’ateneo. A favore degli esterni nel CDA
Sulla futura governance d’ateneo. A favore degli esterni nel CDA PDF Stampa E-mail
La governance dell'università, così come proposta dalla Gelmini, va a toccare direttamente uno degli snodi più critici del sistema, dicendo in sostanza due cose: che la missione dell’istituzione non è indipendente dai risultati che deve garantire e che questi hanno a che fare con tutto quello che vive, si produce, evolve nella società esterna, esprimendosi sia come bisogni specifici, professionalmente connotati, sia come esigenze di valori e virtù civili che al Paese devono essere garantite attraverso la preparazione delle nuove leve; che non è possibile garantire facilmente questo percorso perpetuando un conflitto d’interessi potenziali, là dove sia lasciato totalmente in mano agli operatori interni sia la possibilità di proporre cosa fare sia di decidere come, quando e con chi farlo. Col rischio evidente di alimentare connivenze, fazioni e anche ricatti. L'introduzione di voci e di esperienze esterne serve qui da esame di realtà, e la pluralità di punti di vista in gioco, da garanzia, anche, che gli interessi prevalenti tutelati siano quelli di coloro per i quali l'istituzione è stata legittimata a operare: studenti, altre istituzioni sociali, politiche ed economiche, mercato del lavoro, benessere generale del paese, sviluppo, crescita culturale, etc. Temere l'invasione del sacro recinto della cultura da parte di profanatori non indipendenti è una nobile preoccupazione che va salvaguardata. Non è difficile immaginare che, stante il clima che si respira, questo possa avvenire, come un elemento ulteriore di quella lotta per il potere che tende a occupare ogni spazio che si crea. Anche se non sarebbe agevole dimostrare che la situazione attuale sia esente da intromissioni, pressioni o altri marchingegni debolmente mascherabili. (P. L. Celli, La Repubblica Affari&Finanza 19-04-2010)