Home 2016 18 maggio SISTEMA UNIVERSITARIO DISATTENZIONE PER LA MODERNIZZAZIONE DELL’ISTRUZIONE SUPERIORE
DISATTENZIONE PER LA MODERNIZZAZIONE DELL’ISTRUZIONE SUPERIORE PDF Stampa E-mail

La Commissione Europea ha indetto una Consultazione pubblica sulla modernizzazione della formazione superiore (Public consultation on a renewed Modernisation Agenda for Higher Education in the European Union), aperta il 27 novembre 2015 e ormai chiusa il 29 febbraio 2016, ma ancora visibile all’URL: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/more_info/consultations/new-modernisation-agenda_en.htm.
Quale è stato il contributo italiano alla consultazione? Nullo, o quasi. Né risulta che da parte del MIUR sia stata data alcuna informazione, indicazione o sollecitazione a parteciparvi; nessuna informazione è stata data al CUN, nessuna alla CRUI o direttamente agli Atenei. Il vuoto più assoluto. Come è possibile tanta disattenzione? Eppure da diversi anni il tema della modernizzazione della didattica è affrontato molto decisamente dalla Commissione Europea, che lo ha posto tra le priorità della propria agenda, nella convinzione che proprio dalla qualità della formazione superiore dipenderà la crescita, lo sviluppo e la competitività dell’Unione.
Per rendersene conto è sufficiente leggere alcuni documenti recenti della Commissione, come ad esempio: Opening up education: innovative teaching and learning for all through new technologies and open educational resource.
I temi della qualità della didattica, della sua modernizzazione e della formazione alla docenza sono pressoché ignorati dal legislatore italiano, che pare avere ampiamente sottovalutato gli effetti negativi che derivano da un impianto normativo molto sbilanciato, che penalizza e talora perfino ostacola lo svilupparsi di una didattica di qualità; in particolare:
La didattica è del tutto irrilevante ai fini dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), perché quest’ultima è concepita come esclusivamente scientifica; di conseguenza i professori associati e i ricercatori di ruolo sono indotti a concentrarsi sul miglioramento dei propri indicatori e parametri per conseguire l’abilitazione e a trascurare la didattica; a maggior ragione lo sono i Ricercatori a Tempo Determinato (RTD), preoccupati dal fatto che, se non conseguono l’ASN, sono destinati ad essere espulsi dal sistema universitario; i pesanti adempimenti burocratici, imposti centralmente, lungi dal toccare il tema della modernizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento e privi come sono di ricadute premiali, non incentivano e non valorizzano le iniziative di miglioramento della didattica e lo sviluppo di “best practice” in campo didattico; non vi è alcun richiamo alla necessità di armonizzare la formazione superiore nell’ambito del Processo di Bologna e in particolare non si trova traccia di un’impostazione didattica centrata sull’apprendimento dello studente anziché sull’insegnamento del docente, come richiesto dai più moderni paradigmi didattici.
Altri provvedimenti successivi continuano a privilegiare la ricerca rispetto alla didattica; è il caso del Decreto che ripartisce il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) tra gli atenei per il 2015, che attribuisce l’85% della quota premiale alla qualità della ricerca, il 15% alla mobilità studentesca e alla regolarità degli studi e 0% alla qualità della didattica.
(Fonte: A. Stella, www.roars.it 30-03-16)