Home 2016 18 maggio SISTEMA UNIVERSITARIO NON RASSEGNARSI AL DECLINO DELL’UNIVERSITÀ ITALIANA
NON RASSEGNARSI AL DECLINO DELL’UNIVERSITÀ ITALIANA PDF Stampa E-mail

L’Italia si colloca all’8° posto tra i paesi Ocse per quantità e qualità della produzione scientifica ed ai primi posti per produttività individuale dei ricercatori. D’altro canto, invece, l’Italia ha il numero di laureati più basso d’Europa (e non solo): Uk 42%; Ocse 33%; Ue 32%; Francia 32%; G20 28%; Germania 27%; Italia 17%. Oggi abbiamo meno studenti, meno docenti, meno dottori di ricerca: 130.000 studenti, 10.000 docenti e ricercatori, 5000 dottori di ricerca in meno negli ultimi anni. E questo perché, in primo luogo, l’Italia non investe nell’università: Singapore spende 573 euro per abitante, Corea del Sud 628, Giappone 331, Francia 303, Germania 304. Italia 109. Anzi, in questi anni di crisi, l’Italia ha applicato l’austerity all’università: i fondi pubblici sono diminuiti (-9.9%) mentre contemporaneamente sono aumentati in Francia (+3,6%) e Germania (+20%). Ecco perché la Sapienza invita la più grande comunità universitaria italiana a una discussione allargata e plurale, impegnata ad avanzare proposte per rilanciare il ruolo della ricerca e della formazione: con il suo passato di cultura e tradizione, l’Italia non può e non deve rassegnarsi a un pericoloso declino. Solo investendo su formazione, cultura, innovazione e puntando decisamente sui giovani il Paese uscirà dalla crisi. (Fonte: E. Gaudio, roma.corriere.it 16-03-16)