Home 2016 18 maggio SISTEMA UNIVERSITARIO I DATI DEL DECLINO DELL’UNIVERSITÀ
I DATI DEL DECLINO DELL’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

I dati sull’istruzione universitaria in Italia riferiti dalla CRUI raccontano un declino progressivo e drammatico. Il nostro è, tra i Paesi a maggiore sviluppo, uno tra quelli con il più basso numero di laureati sul totale della forza lavoro: 19%, contro il 35% della Francia o il 39% del Regno Unito. L’Italia destina al sistema universitario lo 0,4% del Pil, contro lo 0,73% della Spagna o lo 0,99% della Francia. Fa impressione, in particolare, la radicale diversità delle politiche sull’università con cui in Europa si è affrontata la crisi economica: tra il 2010 e il 2013 in Italia gli investimenti pubblici sono calati del 9,9%; in Francia e in Germania, nello stesso periodo, sono aumentati del 3,6% e del 20%. La spesa per studente pro capite, a prezzi costanti e a parità di potere d’acquisto, in Italia è diminuita dell’11%, mentre in Germania è cresciuta del 12,6% e in Francia del 16,1%.
Un deficit di investimenti per le generazioni future che non ha mancato di produrre effetti pesanti sul numero degli immatricolati negli atenei italiani, calati del 13% tra il 2007 e il 2013 (ma al Sud il dato negativo è del 21%). Il tasso medio di passaggio all’università per studente superiore è calato dallo 0,56 allo 0,52: su 100 studenti che nel 2005 frequentavano l’università in ciascun Paese Ocse, ora in Italia ne rimangono 97, mentre sono aumentati a 114 in Spagna e 119 in Germania.
Tra i fattori che gravano sull’accesso all’istruzione universitaria, fondamentale è la mancanza di sostegno finanziario agli iscritti. Non solo l’università italiana è costretta a una tassazione studentesca elevata rispetto alla media europea, ma il numero di borse di studio per i nostri studenti è del tutto inadeguato. Nel 2012 le borse assegnate sono state 120mila, contro le 305mila in Spagna e le 620mila in Francia. L’Italia investe in ricerca e sviluppo meno dell’1,5% del Pil contro il 2% della media europea. Eppure il nostro Paese riesce comunque a classificarsi ai vertici per la sua produzione scientifica (siamo ottavi tra le nazioni Ocse). Ma i fondi ministeriali sono in discesa, e ciò si ripercuote anche sui posti di dottorato di ricerca bandito: dal 2007 il calo è stato del 22%, e l’Italia è tra gli Stati Ocse con il più basso numero di dottorandi ogni 1000 abitanti (0,6, contro i 2,6 della Germania). Il sottofinanziamento falcidia anche il personale delle università: dal 2007 al 2014 sono stati oltre 15mila i docenti e tecnici-amministrativi persi dagli atenei italiani. Un crollo del 13% dovuto ai limiti di legge al turn cover e alla diminuzione delle risorse, molto superiore al calo medio dell’ organico sopportato da tutte le altre amministrazioni pubbliche (il 5%).
(Fonte: Ilbo 21-03-16)