Home 2016 18 maggio RECLUTAMENTO PIANO STRAORDINARIO RTDB 2016 E CRITERI ALLOCATIVI
PIANO STRAORDINARIO RTDB 2016 E CRITERI ALLOCATIVI PDF Stampa E-mail

Il ministro Stefania Giannini ha emanato il 18 febbraio scorso un decreto con il quale provvede alla ripartizione fra le sedi universitarie dei 47 milioni (per l’anno 2016; 50,5 milioni a decorrere dal 2017) messi a disposizione dal comma 247 della Legge di Stabilità per il 2016, per il reclutamento di nuovi ricercatori universitari. E’ stato sottolineato da più parti come tale stanziamento, che determinerà l’assunzione di 861 nuovi ricercatori (a tempo determinato), non sia assolutamente in grado di bilanciare la fortissima riduzione del personale docente nelle università italiane avvenuta negli ultimi anni. Come documentato, tra gli altri, dal Rapporto della Fondazione Res “Università in declino. Un’indagine sugli atenei da Nord a Sud” (Donzelli Editore), infatti, il personale docente si è ridotto di ben 7809 unità fra il 2008 e il 2015 (anche tenendo conto dell’immissione di nuovi ricercatori con contratto a tempo determinato), e tenderà a ridursi ulteriormente nel prossimo quinquennio. Il comma 248 della legge di Stabilità, così come proposto dal Governo e non emendato dal Parlamento, innova ancora una volta questi criteri, e stabilisce che in questo caso “l’assegnazione alle singole università è effettuata (…) tenendo conto dei risultati della valutazione della qualità della ricerca (VQR)”. Vediamo ora come il Ministro Giannini ha applicato questa norma. Il decreto stabilisce in primo luogo che a ciascun ateneo spettano risorse pari a due ricercatori, allocandone così 132. Il Ministro “tiene conto” poi della VQR assegnando tutti gli altri ricercatori (729) in base ad essa (in particolare per il 75% in base all’indicatore Irfs1 e per il 25% in base all’indicatore Iras3). In primo luogo il primo criterio (2 per sede) premia oltremisura gli atenei di dimensione più piccola. Ad esempio si ha un incremento di personale pari al 7,9% per l’Università per Stranieri di Perugia e del 6,2% per la Sant’Anna di Pisa (due università di un certo interesse perché di esse sono state Rettrici il Ministro in carica e il precedente), a fronte di un incremento medio pari all’1,8%. La seconda allocazione, come tutte quelle effettuate sulla base dei dati che si riferiscono alla VQR 2004-10, ha un forte effetto fra circoscrizioni e fra sedi. Come ben noto a tutti, tali dati penalizzano particolarmente le università del Centro-Sud. Gli atenei del Nord, infatti, ottengono un numero di nuovi ricercatori pari al 14,8% della riduzione di personale registrata fra il 2010 e il 2015; percentuale che scende intorno al 9,5% al Centro-Sud (e intorno al 6% per i grandi atenei di quell’area). Bologna, la sede cui sono allocati più ricercatori, recupera il 13,5% della riduzione 2010-15 (50 su 371); Roma-Sapienza, seconda nell’assegnazione, recupera solo il 6,1% (47 su 766). (Fonte: G. Viesti, Roars 01-03-16)