Home 2016 18 maggio E-LEARNING UNIVERSITÀ TELEMATICHE. UN SOSTEGNO DI TROPPO
UNIVERSITÀ TELEMATICHE. UN SOSTEGNO DI TROPPO PDF Stampa E-mail

A 13 anni dalla loro nascita (sono state istituite nel 2003), le università telematiche in Italia sono diventate undici. Nel 2014-15 hanno immatricolato circa 5.500 studenti (il 2 per cento di tutti gli immatricolati), raggiungendo i 63.625 iscritti (4 per cento del totale), con una crescita di circa il 60 per cento negli ultimi 5 anni. Nello stesso periodo le università tradizionali invece hanno visto ridursi i propri iscritti del 7,4 per cento. Infatti, mentre il numero degli immatricolati agli atenei tradizionali è diminuito ininterrottamente dal 2006, le università telematiche dopo una riduzione nel 2012 e 2013 (rispetto al picco raggiunto nel 2011) hanno ripreso a guadagnare studenti (si vedano grafici sottostanti).
Gli iscritti alle università telematiche sono studenti con risultati scolastici non particolarmente brillanti: nel 2016, il 31 per cento degli immatricolati ha un voto di diploma inferiore a 69, rispetto al 22 per cento nelle altre università (dati Miur). È consistente anche la quota di studenti “maturi”: nel 2016 il 18 per cento degli immatricolati alle telematiche aveva più di 40 anni, rispetto allo 0,7 per cento nelle altre università. Le regole più elastiche, introdotte dal decreto 168, sui requisiti di accreditamento rappresentano un indubbio vantaggio a favore delle università telematiche e private rispetto a quelle tradizionali e si falsa così la competizione tra diversi tipi di atenei, sussidiando in via indiretta le prime, che fronteggiano un costo per il personale docente di molto inferiore a quello sostenuto dalle tradizionali. Un secondo notevole vantaggio è quello di rilasciare un titolo di studio con il medesimo valore legale delle altre. Non vi sono ragioni che possano giustificare questo tipo di sostegno: una concorrenza su un piano di parità potrebbe spingere le università telematiche a offrire un servizio migliore con effetti positivi sulle competenze acquisite dagli studenti. (Fonte: M. De Paola e T. Jappelli, lavoce.info 26-04-16)