Home 2016 22 marzo RICERCA. VALUTAZIONE DELLA RICERCA ANVUR, ROARS E COMMENTI SU ESITO STOPVQR
ANVUR, ROARS E COMMENTI SU ESITO STOPVQR PDF Stampa E-mail

Una parte dei professori universitari ha esercitato una protesta “silenziosa” nei confronti del Governo astenendosi dalla VQR (c.d. StopVqr). Dopo il primo blocco degli scatti stipendiali dei dipendenti pubblici nel triennio 2011-2013, il blocco è stato reiterato per il 2014 e dal governo attuale per il 2015 solo per la categoria dei docenti universitari. Interrotto da gennaio 2016 parzialmente (non per tutte le categorie insieme) si è ricominciato come se niente fosse successo e in termini economici c’è stato un aumento di circa 100 euro invece dei 350 che sarebbero spettati. Un altro punto del contendere è che tutte le altre categorie di statali hanno avuto il ripristino dello stipendio da gennaio 2015 esclusi i docenti universitari che l’hanno avuto, appunto, dal 2016. La legittima richiesta attuale dei docenti universitari voleva che gli anni 2011-2015 fossero riconosciuti almeno giuridicamente.
«Fallisce la protesta contro la valutazione» titola La Repubblica. «Sono molto felice oggi, anche se non ero preoccupato ieri» dichiara il Presidente dell’ANVUR a La Repubblica, commentando le percentuali di conferimento dei prodotti della VQR. Globalmente, secondo i dati forniti da ANVUR i prodotti conferiti sarebbero il 92% di quelli attesi. Secondo ANVUR ci sono «(pochi) casi particolari di atenei nettamente al di sotto della media, atenei nei quali si è concentrata evidentemente l’astensione dal presentare prodotti alla VQR». Tra i 32 atenei al di sotto della media abbiamo: Salento (70,7%), Napoli Parthenope (73,7%), Pisa (77%), Reggio Calabria (82,7%), Catania (85,8%), L’Aquila (86,3%), Urbino (86,4%), Roma Sapienza (86,4%), Brescia (87,1%), Basilicata (87,8%), Pavia (87,9%), Roma Tre (88%), Sannio (89,1%), Genova (89,1%), Siena (89,4%), Cagliari (89,9%), Salerno (90,3%), Messina (90,5%), Milano Bocconi (91%). Duole dire che non avremo «una fotografia dettagliatissima e, soprattutto, certificata della qualità della ricerca italiana». Il MIUR, se utilizzerà questa VQR, si troverà a distribuire la quota premiale in funzione della non adesione alla protesta, in larga misura correlata alla capacità di coercizione messa localmente in atto dai rettori. Alla luce di questi dati è possibile dire che la VQR è morta. (Fonte: Redazione Roars 15-03-16).

Il 5 marzo l’ANVUR ha diffuso il seguente comunicato stampa a cui sono allegati i dati disaggregati sul conferimento dei prodotti della VQR 2011-2014:
Viste le statistiche relative al conferimento dei prodotti alla VQR 2011-2014, l’ANVUR si complimenta con la comunità accademica italiana. L’adesione delle università all’esercizio di valutazione permetterà all’Agenzia di procedere con l’esercizio di valutazione e di generare nei tempi dovuti la seconda istantanea dello stato della ricerca italiana. L’università italiana ha così dimostrato di aver compreso pienamente il valore di un esercizio di valutazione che sta coinvolgendo oltre 400 illustri colleghi italiani e stranieri nelle attività degli esperti GEV e quasi 11.000 (a oggi) ricercatori italiani e stranieri che hanno già accettato di svolgere l’attività di revisori peer. (Fonte: comunicato stampa, Roma, 15 marzo 2016)

Commento di Antonio Violante (16 marzo 2016): Grottesco il comunicato ANVUR, che richiama alla mente i trionfalismi del regime quando nel 1931 la stragrande maggioranza dei professori universitari aveva giurato fedeltà al fascismo. Ma resta comunque l’amaro in bocca dopo avere constatato che (se i dati comunicati sono corretti) per il 92% dei docenti il loro trattamento retributivo (insieme a quello pensionistico futuro) va bene così com’è; oppure, sempre per loro, quand’anche esso sia stato giudicato iniquo, non vale la pena comunque fare alcunché per cercare di migliorarlo. Ma quello che ferisce di più è la mancanza di dignità della docenza universitaria italiana, pronta a sottomettersi a qualsiasi arbitrio del potere. Per fortuna esiste un 8% di docenti che ancora sta provando a salvare l’onore della nostra Accademia, cercando di riportarla ai livelli dei paesi civili. Altri commenti qui.