Home 2016 22 marzo RICERCA. VALUTAZIONE DELLA RICERCA SU LE MONDE LA PROTESTA DEI PROFESSORI UNIVERSITARI ITALIANI
SU LE MONDE LA PROTESTA DEI PROFESSORI UNIVERSITARI ITALIANI PDF Stampa E-mail

Su Le Monde del 20 febbraio il prof. Raffaele Simone è stato intervistato sul boicottaggio della VQR. Roars (13-03-16) ha riportato alcuni stralci dell’intervista, tra i quali si riproducono i seguenti:
“Si parla poco”, scrive il linguista e filosofo Raffaele Simone a Il Fatto Quotidiano del 4 febbraio, “ma in Italia, molti di coloro che lavorano con i loro cervelli sono in rivolta”. “In un paese che preferisce giornalisti, politici e artisti del varietà agli intellettuali, la loro rivolta non fa notizia …” La collera dei professori trova la sua origine, economica e psicologica, nell’ingiustizia di cui essi stessi si considerano vittime. I primi a vedere i loro salari congelati nel 2010 da Giulio Tremonti, ministro delle Finanze del governo Berlusconi, sono gli ultimi a vedere l’aumento con il ritorno della crescita di cui il governo di Matteo Renzi si compiace. C’è sempre qualcuno da soddisfare prima di loro … Sapendo che la loro battaglia non è una priorità né per il governo né per i media, e ancor meno per gli italiani in generale, i professori universitari sono entrati nella resistenza … hanno scelto l’arma del boicottaggio. Ora almeno il 30% di loro si rifiutano di presentare i loro articoli all’Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR). Petizioni hanno raccolto migliaia di firme da nord a sud dello stivale. La gran parte dei finanziamenti dell’università e dei centri di ricerca dipende proprio dall’ANVUR … Per evitare che il rubinetto del finanziamento si esaurisca del tutto, l’amministrazione delle università minaccia di scegliere essa stessa i lavori scientifici dei professori sostenendo che la loro la protesta è “strana ed eccentrica”.
A questo proposito, Giuseppe De Nicolao (commento all’articolo di Roars) afferma: Credo che il commento più acuto rimanga quello di M. C. Pievatolo: “Ho sentito ripetere da più parti, contro chi si astiene dalla VQR, l’argomento per il quale uno sciopero per essere “onesto” deve essere o masochistico, cioè danneggiare chi sciopera, o sadico, cioè far soffrire dei terzi incolpevoli, quali gli studenti. Gli scioperi, però, non si fanno per soddisfare le proprie parafilie, ma per far prendere sul serio una propria rivendicazione. Hanno quindi speranza di essere efficaci se riescono a creare un problema all’interlocutore da cui si vuole essere ascoltati, cioè, in questo caso, non sono certo gli studenti. Se lo scopo è farsi sentire dai rettori, l’astensione dalla VQR è un atto efficace, che ha il pregio supplementare di puntare su un procedimento inviso a molti per motivi non salariali, ma scientifici, politici e morali”.