Per la prima volta gli iscritti alle facoltà scientifiche superano, anche se non di molto, quelli delle aree umanistiche. La causa di questo cambiamento è da rintracciare in una crisi che ha reso il mondo del lavoro sempre più selettivo e globalizzato, e in cui le lauree scientifiche sono sicuramente più spendibili delle altre. In generale, negli ultimi dieci anni, le iscrizioni alle università sono scese di quasi il 20% e le matricole sono arrivate a essere circa 65mila in meno. La facoltà che ha perso più iscritti in assoluto è Geografia (-78,4%), seguita da Beni culturali (-47,1%), Giurisprudenza, Sociologia e Scienze della Comunicazione (-45%), Scienze dell’educazione e della formazione (-43,1%), Storia e Scienze del turismo (-37%), Scienze e tecniche psicologiche (-32,6%), Filosofia (-22%) ed Economia e Scienze politiche (-10%). Nell’ambito delle materie umanistiche, fanno eccezione solo le facoltà di Lingue e culture straniere che, nell’ultimo decennio, sono risultate ancora un polo d’attrazione per gli studenti le cui iscrizioni sono aumentate di oltre il 12%. Le facoltà dell’ambito scientifico resistono meglio: primo fra tutti il corso di laurea in Chimica che ha registrato un aumento del 46,2% delle iscrizioni. Crescono anche gli iscritti di Scienze e tecnologie fisiche e di Scienze motorie. Sorprende, invece, il risultato negativo di Scienze e tecnologie informatiche che ha perso il 21% degli immatricolati rispetto allo scorso decennio. (Fonte: M. Silvestre, http://www.iostudionews.it 02-02-16)
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