Home 2016 23 febbraio RICERCA. RICERCATORI LA MEDICINA È FALLIMENTARE SENZA TEST SUGLI ANIMALI
LA MEDICINA È FALLIMENTARE SENZA TEST SUGLI ANIMALI PDF Stampa E-mail

Nel parlare di sperimentazione animale in Italia, si è ancora legati a un immaginario novecentesco, quando conoscenze imprecise rendevano necessari più animali. I pochi metodi “alternativi", più correttamente "complementari", sono usati se razionalmente utili e scientificamente validi, e non c'è bisogno di raccomandarne l'uso. È implicito. Ma per il 99,9% degli esperimenti non esistono alternative (abbiamo presente la complessità dei corpo umano?). Ma grazie alla scienza abbiamo imparato a calibrare numeri, dosi e funzioni, evitando ogni sofferenza all'animale. La scienza procede in questa direzione di continua tensione etica e di responsabilità. Ora tocca agli animalisti. Se oggi curiamo malattie infettive mortali, attenuiamo dolori lancinanti, stabilizziamo l'umore, salviamo i nostri figli e portiamo a remissione alcune forme di cancro, lo dobbiamo al lavoro svolto anche sugli animali. E dovremmo riconoscerlo. Almeno sull'etichetta dei farmaci, come è stato proposto da alcuni parlamentari. Ci si può anche “non curare” per coerenza o per una scelta “di precisione” etica. La stessa che si chiede ai politici che vogliono legittimamente opporsi alla sperimentazione animale: siano “precisi” nello spiegare praticamente ai malati a quale destino li si consegna e lo siano anche nelle parole, evitando di manipolare la realtà inventandosi la pratica (inesistente) della “vivisezione”. Fanno bene i giovani di Pro-test a reagire. Dovrebbero farlo anche tutte le Eleonora d'Italia che, con stipendi da mille entro e orizzonti professionali cancellati, si caricano della responsabilità di trovare cure per malattie complesse. Affezionandosi anche ai loro topolini. (Fonte: E. Cattaneo, La Repubblica 09-02-16)