Home 2016 25 gennaio RICERCA. RICERCATORI DIS-COLL, L’AMMORTIZZATORE SOCIALE PENSATO PER I LAVORATORI PRECARI (E DATO CHE LA RICERCA È LAVORO VERO ANCHE PER GLI ASSEGNISTI DI RICERCA?)
DIS-COLL, L’AMMORTIZZATORE SOCIALE PENSATO PER I LAVORATORI PRECARI (E DATO CHE LA RICERCA È LAVORO VERO ANCHE PER GLI ASSEGNISTI DI RICERCA?) PDF Stampa E-mail

Lo scorso marzo, in seno al Jobs Act, nasce la DIS-COLL, un’indennità di disoccupazione rivolta a collaboratori coordinati e continuativi (Co.Co.Co.) e a progetto (Co.Co.Pro.). La DIS-COLL è un tentativo di tamponare le carenze del sistema di protezione sociale per quanto riguarda i precari, che ormai sono una regola più che un’eccezione nel mondo del lavoro, fornendo loro un piccolo reddito per i mesi successivi alla scadenza del contratto, nel periodo necessario a reinserirsi nel mondo del lavoro. Tuttavia, la lettera della legge lasciava qualche margine di ambiguità sul fatto che certe figure restassero dentro o fuori dal perimetro dei beneficiari. Tra queste, i ricercatori – dottorandi, borsisti e assegnisti di ricerca – che pure versano i contributi alla gestione separata INPS. Il 13 maggio 2015, la domanda di ADI e FLC – “anche i ricercatori avranno diritto alla DIS-COLL?” – è stata pronunciata in un’interrogazione parlamentare per bocca dell’on. Anna Ascani (PD). Il destinatario della domanda, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha risposto fin da subito “no”: a suo avviso, infatti, lo statuto giuridico di dottorandi, assegnisti e borsisti di ricerca non sarebbe equiparabile a quello dei collaboratori coordinati e continuativi, e di conseguenza “la situazione dei soggetti [di cui sopra] non è assimilabile ai Co.Co.Co. che prestano la loro attività nel contesto di un vero e proprio rapporto di lavoro” – casomai, si può configurare come un momento di “preparazione” alla carriera accademica vera a propria. Ossia la ricerca non è un lavoro.
Da ultimo si è fatto vivo il MIUR tramite il sottosegretario Faraone, il quale, in un primo tempo sostanzialmente d’accordo con il ministro Poletti, ha dichiarato poi su facebook: "Per la vicenda DIS-COLL gli assegnisti di ricerca hanno ragione. Per loro ci assumiamo l'impegno di prevedere adeguati ammortizzatori sociali di cui possano beneficiare al termine del loro rapporto con l'ateneo. Perché la ricerca è lavoro vero. Anche quello che si svolge durante un assegno di ricerca". Il post di Faraone su facebook continua assicurando che il Governo si starebbe impegnando "ad eliminare la parola "precario" dal vocabolario italiano", e in particolare sul versante della ricerca si prefigge di ampliare gli sbocchi per i precari della ricerca: nelle università e nei centri di ricerca, ma anche nella Pubblica Amministrazione e nelle scuole. Va però notato come il discorso di Faraone verta solo sugli assegnisti di ricerca: nessuna promessa invece per quanto concerne dottorandi e borsisti. (Fonte: Uninews24 08-01-16)